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“Bioeconomia, unico futuro possibile per lo sviluppo sostenibile del pianeta. In Puglia valore aggiunto di 5,3 miliardi di euro e 169mila occupati”

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PUGLIA – La bioeconomia avanza in Italia: si tratta di un’economia basata sull’utilizzazione sostenibile di risorse naturali rinnovabili e sulla loro trasformazione in beni e servizi finali o intermedi. Parliamo di settori tradizionali come l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e la selvicoltura, ma anche di settori economici più moderni come quelli delle biotecnologie e delle bioenergie. In Puglia gli stakeholder mondiali della bioeconomia, circa 200 delegati provenienti da più di 20 Paesi, si incontrano a Bari (oggi e domani) per affrontare diverse tematiche legate al cambiamento climatico e alla transizione ecologica. Nel capoluogo pugliese, ospite della Camera di Commercio di Bari, si tiene la dodicesima edizione di Ifib, il Forum Internazionale sulle Biotecnologie industriali e la Bioeconomia organizzato dal Cluster italiano della bioeconomia circolare Spring, da Federchimica-Assobiotec e da Innovhub-SSI, con la collaborazione di Regione Puglia, di Puglia Sviluppo e dell’Agenzia Ice.

La Puglia si conferma così centro di gravità della nuova economia basata sull’impiego di risorse biologiche rinnovabili, dopo lo svolgimento lo scorso aprile a Lecce del BioInItaly Investment Forum, evento dedicato alle startup del settore.

Il Forum Internazionale sulle Biotecnologie Industriali e la Bioeconomia è uno degli appuntamenti di punta, a livello globale, dedicato interamente alla bioeconomia, un metasettore che – secondo le stime del Rapporto sulla Bioeconomia 2022 realizzato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Spring e Federchimica-Assobiotec – ha un valore della produzione di 364,3 miliardi di euro e dà lavoro a 2 milioni di persone. Si tratta di un settore resiliente perché si basa su catene del valore locali e consente la rigenerazione territoriale partendo dalla riconversione di siti industriali dismessi.

L’evento rappresenta una importante occasione per presentare ricerche scientifiche e best practice industriali in grado di favorire una crescita economica sostenibile rispondendo alle sfide che pone il nuovo millennio: aumento della popolazione mondiale e cambiamenti climatici, inquinamento, degradazione dei suoli, aumento della domanda mondiale di cibo e della quantità di rifiuti.

Articolato su un programma di due giorni, Ifib coinvolge esperti scientifici, economisti ed importanti aziende del settore, oltre che policy makers, investitori e rappresentanti di istituzioni, università e organismi internazionali quali l’European Research Council, l’European Innovation Council, ma anche investitori, come l’European Circular Bioeconomy Fund. Al centro dell’edizione di quest’anno, temi come il ruolo delle Regioni nella transizione ecologica, l’impiego di biocarburanti avanzati nel settore dell’aviazione (Sustainable Aviation Fuels) e le bioplastiche. Tra le aziende italiane presenti: Novamont, Lamberti, Eni e Nextchem. Spazio anche a realtà pugliesi della bioeconomia come Celery, Sestre e Hackustica.

L’iniziativa vede inoltre protagonisti come partner territoriali la Regione Puglia e Puglia Sviluppo.

 “La bioeconomia circolare – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci – è l’unico futuro possibile per lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta. In Puglia ci crediamo a tal punto che la sostenibilità, le risorse rinnovabili e la bioeconomia circolare sono diventate linee guida delle nostre politiche. Per anni ci siamo impegnati non solo perché il sole e il vento diventassero fonti di energia da catturare e utilizzare, ma perché lo fossero anche le bioenergie. Oggi la Puglia continua ad essere la prima regione in Italia per produzione di energia da fonte eolica e fotovoltaica ma occupa anche il quinto posto per le bioenergie, da cui produciamo 1.451 GWh. Oggi il 54,7 per cento di energia consumata in Puglia proviene da fonti rinnovabili. È un traguardo ma anche un punto di partenza per favorire ancora di più uno sviluppo economico sostenibile. Se guardiamo all’insieme dei settori della bioeconomia, in Puglia hanno un valore aggiunto di 5,3 miliardi di euro. Per numero di lavoratori impiegati nella bioeconomia, la Puglia è la prima regione del Mezzogiorno con 169mila occupati e la quarta in Italia. E i margini di sviluppo sono ancora ampi. Ospitiamo Ifib 2022 dopo il BioInItaly Investment Forum di aprile, perché puntare sulla bioeconomia circolare vuol dire discutere sull’unica crescita economica possibile perché in grado di coniugare sviluppo e vita sul nostro pianeta. Su questi temi stiamo costruendo la nostra nuova strategia che vede protagonisti i porti, le nuove energia, la blue economy e la green economy insieme e vede l’idrogeno come vettore. La Puglia in questi anni, oltre a soddisfare il proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, ha esportato una parte dell’energia prodotta. Nei prossimi anni ne verrà prodotta ancora di più. Noi dobbiamo accumulare quell’energia e fare in modo che le aziende investano qui perché l’energia costa meno”.

La Presidente del Cluster Spring, Catia Bastioli, ha aggiunto: “In un periodo storico di estrema vulnerabilità per gli equilibri mondiali e di crisi interconnesse, in cui la crisi climatica e le tensioni geopolitiche rischiano di alimentare tutte le altre, la bioeconomia circolare può rappresentare un elemento chiave per rigenerare i territori, decarbonizzare l’economia e disaccoppiare lo sviluppo dall’uso delle risorse. Mai come oggi è quindi fondamentale che l’Italia e l’Europa riconoscano a pieno il ruolo strategico del settore, con le sue bioraffinerie in grado di produrre bioprodotti a basso impatto calati in progetti sistemici di territorio, che integrano al contempo la generazione di   bioenergia e la valorizzazione di residui e by-products. Solo così potremo accelerare la transizione ecologica, trovando risposte al tema dell’indipendenza delle risorse e imparando a fare di più con meno”.

“Le biologie, che sono motore di innovazione della bioeconomia, offrono la straordinaria opportunità di conciliare crescita economica e sviluppo sostenibile – ha dichiarato Elena Sgaravatti, vice presidente Federchimica Assobiotec -. Oggi a Ifib, nella settimana delle biotecnologie, gli attori internazionali del mondo industriale, della ricerca e istituzionale condividono un impegno comune per una transizione ecologica che valorizza la bioeconomia circolare come strumento di un profondo cambiamento trasformativo. Occorre ripensare il modo in cui si crea valore, e adottare con urgenza quanto, in questa nuova economia, le biotecnologie industriali e quelle applicate all’agricoltura rendono disponibile. È necessario però uno sforzo comune, da parte di tutta l’intera filiera: dai produttori al cittadino ma anche da parte delle istituzioni locali e nazionali. Solo attraverso una collettiva maggiore consapevolezza del valore aggiunto così generato ed il coinvolgimento di tutte le parti coinvolte, si potrà contribuire alla costruzione di un’economia di valore e sostenibile ­ anche per le generazioni future.”    

“È importante finanziare la ricerca in questo settore – ha sottolineato nel suo intervento Eleni Zika del Consiglio Europeo di Ricerca – perché è quello che ci porterà alle soluzioni che permetteranno di risollevare la condizione climatica attuale. È importante ricordare che all’interno del contesto del Green Deal europeo senza la scienza non è possibile trovare le soluzioni tecnologiche che poi permettano al nostro sistema di andare avanti”.

Al centro della prima giornata il tema delle industrie bio-based, i biomateriali, l’energia, il cambiamento climatico e due tavole rotonde dedicate rispettivamente alla decarbonizzazione della plastica e al ruolo delle regioni nella decarbonizzazione dell’industria, con gli interventi di Mario Bonaccorso, Alessandro Delli Noci, Eleni Zika, Thorsten Lange, Virginia Puzzolo, Matti Heikkila, Gabriele Costa, Esther Gabor, Giulia Gregori, Mariagiovanna Vetere, Ed de Jong, Hasso von Pogrell, Giulia Gregori, Ludo Diels, Laurie Rey, Beatrice Mongili, Massimo Nava, Christophe Luguel, Gianna Elisa Berlingerio, Helena McMahon, George Sakellaris, Manfred Kircher, Fabio Magrassi, Roberto Russo, moderati da Giovanni Sannia, Maurizio Bettiga, Stefano Carosio.

I lavori del Forum continuano domani. Dalle 8,30 alle 13,30 saranno affrontati i temi legati all’agroalimentare e ai nuovi biomateriali, mentre due tavole rotonde si occuperanno di “Bioeconomia circolare: investire nella resilienza e nella transizione ecocologica” e della “Decarbonizzazione dell’industria aeronautica: il ruolo di Saf”. Sempre domani si svolgeranno le presentazioni delle startup Hackustica (Apulia), Sestre (Apulia), Impatto zero (Lazio).

Ifib prevede anche sessioni di incontri b2b in entrambe le giornate, grazie alla collaborazione con l’Enterprise Europe Network.

L’Agenzia Ice, da parte sua, ha portato 9 investitori esteri da Israele, Spagna e Olanda interessati alla bioeconomia circolare e in particolare al territorio pugliese.

Per maggiori informazioni sul Forum e sul programma della due giorni: https://ifibwebsite.com/

La bioeconomia in Puglia

La composizione settoriale della bioeconomia include la filiera agro-alimentare, la farmaceutica bio-based, legno e mobili bio-based, la bioenergia, i rifiuti biodegradabili, il sistema moda bio-based, chimica, gomma e plastica bio-based, carta e prodotti in carta, ciclo idrico.

L’insieme di questi settori ha generato in Puglia un valore aggiunto per la bioeconomia pari a 5,3 miliardi di euro (dato 2019, ultimo disponibile). Nella classifica nazionale la Puglia si colloca all’ottavo posto dopo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Campania e Lazio, mentre il peso del valore aggiunto della bioeconomia sul totale del valore aggiunto regionale è pari al 7,7%.

Per numero di lavoratori impiegati nella bioeconomia, la Puglia è la prima regione del Mezzogiorno con 169mila occupati e la quarta in Italia (dopo Lombardia, Veneto e Toscana).

Sale in graduatoria per il peso degli occupati della bioeconomia sul totale regionale degli occupati, Quest’ultimo indicatore in Puglia è pari al 12,2%, collocando  la Puglia al terzo posto tra le regioni italiane.

(Fonte: Intesa Sanpaolo in collaborazione con Spring e Federchimica-Assobiotec, La Bioeconomia in Europa. 8° Rapporto – Giugno 2022.