PIEMONTE/LOMBARDIA – Tutto può trasformarsi in energia pulita, anche i corsi d’acqua e i fiumi con il loro scorrere continuo. Bisogna saper cogliere le opportunità che la natura ci offre. “La centrale idroelettrica trasforma l’energia idraulica di un corso d’acqua, naturale o artificiale, in energia elettrica rinnovabile – si legge sul sito di Enel Green Power – Il processo avviene in diversi passaggi e prende il via dalla trasformazione dell’energia potenziale contenuta nelle masse d’acqua, poste a quote più elevate rispetto a quelle dove sono presenti le turbine della centrale”. La prima centrale idroelettrica è stata edificata negli Stati Uniti nel 1879: da allora l’umanità ne ha fatta strada. Si è messa in carreggiata pure la Cina, che di recente ha costruito Baihetan sullo Yangtze, tra le più grandi centrali idroelettriche al mondo: è in grado di sviluppare una potenza di 16 gigawatt (l’equivalente di dieci reattori nucleari Epr, appena sotto i 22,5 gigawatt della faraonica diga delle Tre Gole, costruita dai cinesi più a valle sullo stesso Fiume Azzurro). I cinesi sono riusciti a diventare i primi produttori al mondo di elettricità ricavata dalle dighe. L’idroelettrico è uno dei comparti più produttivi tra le rinnovabili: dà vita al 16,5% dell’elettricità prodotta nel nostro territorio nazionale italiano. I numeri sono importanti: ci sono 4.300 impianti in Italia, con oltre 15mila lavoratori nel settore.
Una delle più grosse criticità e però che gli impianti sono spesso obsoleti: il PNRR dovrebbe dare nuova linfa vitale a questo settore, già minacciato dai cambiamenti climatici che rischiano di prosciugare fiumi e corsi d’acqua. Avere degli impianti più efficienti fa la differenza: l’attuale parco idroelettrico italiano potrebbe conoscere un aumento di potenza di quasi 6.000 MW entro il 2030. Con il rinnovo degli impianti si potrebbero guadagnare 4,4 Twh di produzione elettrica rinnovabile in un decennio, senza nessun ulteriore impatto ambientale, ed eliminando parallelamente la necessità di emettere più di 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalenti.
COME FUNZIONA UNA CENTRALE IDROELETTRICA
Il funzionamento prevede un’opera di sbarramento (una diga o una traversa) che intercetta il corso d’acqua, creando un invaso che può essere un serbatoio o un bacino idroelettrico. Inserendo opere di adduzione, canali e gallerie di derivazione, l’acqua viene convogliata in vasche di carico e, mediante condotte forzate, viene indirizzata verso le turbine idroelettriche, attraverso l’utilizzo di valvole di immissione (di sicurezza) e organi di regolazione della portata (distributori), a seconda della domanda di energia.
L’acqua mette in azione le turbine, generando energia meccanica, e ne esce finendo in un canale di scarico, attraverso il quale viene restituita al corso d’acqua. Direttamente collegato alla turbina è montato il generatore elettrico rotante (alternatore), che trasforma in energia elettrica l’energia meccanica ricevuta dalla turbina. L’elettricità così ottenuta deve essere trasformata per poter essere trasmessa a grande distanza: prima di essere convogliata nelle linee di trasmissione, l’energia elettrica passa quindi attraverso il trasformatore, che abbassa l’intensità della corrente prodotta dal generatore elettrico rotante, elevandone però la tensione.
“Una volta giunta sul luogo d’impiego, prima di essere utilizzata, l’energia passa di nuovo in un trasformatore, che questa volta alza l’intensità di corrente ed abbassa la tensione, così da renderla adatta agli utilizzi industriali, commerciali o domestici” – spiegano i tecnici Enel sul sito istituzionale.
LE CENTRALI IDROELETTRICHE ITALIANE
La più grande centrale Idroelettrica italiana si trova a Cuneo, in Piemonte, nel comune di Entracque: è stata costruita negli anni ‘70 tra le montagne. In Italia sono tantissime. Anche Brescia ha un impianto importante. Ci sono piccole centrali Enel in giro per l’Italia, soprattutto nelle zone più montuose. Il problema oggi è avviare delle grandi opere pubbliche che le rendano più efficienti, perché troppi impianti sono datati. Il PNRR è l’unica occasione possibile. Siamo in un momento storico importantissimo per l’Europa, che deve diventare sempre più green e più autonoma sul piano energetico.