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Crisi energetica, luci spente nelle città: tutti attendono la svolta. L’Europa perde tempo, la Puglia inventa le compensazioni

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Sembra paradossale, ma mentre l’economia italiana affonda e i sindaci spengono l’illuminazione pubblica (o la accendono più tardi), in Europa si discute ancora sul tetto al prezzo del gas. Germania e Olanda, sono molto forti e hanno l’appoggio di Irlanda e Danimarca nel frenare un intervento che la Commissione Ue avrebbe già dovuto adottare. Italia, Francia, Belgio, Spagna, Grecia, Polonia e Cipro provano a fare la voce grossa, ma il tempo passa e gli speculatori hanno già preso gran parte delle nostre risorse, visto che tra inflazione e aumento dei beni primari la crisi energetica ci sta costando molto cara. La rabbia cresce. Abbiamo dormito per anni. C’è un altro escamotage in campo: Ursula von der Leyen propone  l’introduzione temporanea di un corridoio di prezzo dinamico sulle transizioni al Ttf di Amsterdam (Title Transfer Facility: è un mercato virtuale per lo scambio del gas naturale con sede in Olanda) per limitare il prezzo del gas, finché non sarà sviluppato un nuovo indice, il prossimo anno, complementare che rifletta più accuratamente le condizioni del mercato.

In altre parole, un intervento che abbassi i prezzi delle compravendite bloccando la speculazione. Fino ad oggi in Italia non è arrivata la svolta che si attende per evitare questa involuzione che sta riaccendendo le centrali a carbone e ci rende sempre più succubi degli speculatori del gas. Si era detto che bisognava fare presto, ma ancora non abbiamo sganciato nemmeno il prezzo dell’energia rinnovabile da quello del gas. A questo bisogna aggiungere che non abbiamo recuperato nemmeno gli extraprofitti che le grandi multinazionali dell’energia hanno guadagnato sulle spalle degli italiani, grazie a una legge malfunzionante scritta dal presunto “governo dei migliori”.

L’INIZIATIVA DELLA REGIONE PUGLIA

C’è chi prova a fare da sé: il Consiglio della Regione Puglia ha approvato una legge sulle norme per l’incentivazione della transizione energetica, che prevede compensazioni da parte delle aziende che hanno insediato e che insedieranno infrastrutture e impianti energetici. L’obiettivo è destinare una parte di queste compensazioni come sconto in bolletta per i cittadini salentini e pugliesi, per aiutarli a pagare le bollette per molti divenute insostenibili. Si è voluto circoscrivere le compensazioni solo al settore gas, che in Puglia viene solo trasportato e non prodotto. Era stato presentato un emendamento che prevedeva ristori anche da parte delle società che producono energia da fonti fossili sul territorio pugliese, come la centrale termoelettrica Federico II di Cerano. Un impianto fra i più inquinanti d’Europa, che ha avuto un impatto pesante per l’ambiente e la salute dei salentini, producendo profitti enormi nelle casse di Enel e pochi benefici per il territorio. Servono, comunque, interventi concreti da parte del nuovo governo che si insedierà a Roma, non c’è più tempo.