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Da Napoli a Monaco, la straordinaria storia di Gennaro Iorio, oggi a capo le cantine dell’Hôtel de Paris Monte-Carlo: le più grandi e importanti del mondo

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MONACO – Gennaro Iorio non ha perso il suo accento napoletano: vive in Francia dal 1986 dove ha cominciato a lavorare come lavapiatti per poi diventare il numero uno della cantina più prestigiosa del mondo, quella dell’Hôtel de Paris Monte-Carlo. In questo tempio del “nettare di dio” si trova la sapienza e la storia delle produzioni di massima eccellenza, quelle che hanno valorizzato paesaggio e agricoltura di qualità. Gennaro Iorio, diplomato all’istituto d’arte Filippo Palizzi di Napoli, ha cominciato a lavorare in estate nel bar del Casinò di Monte-Carlo nel 1987.

“Sono diventato presto papà e avevo bisogno di lavorare. Nelle cantine dell’Hotel del Paris sono entrato facendo gli straordinari in sala. Il mondo del vino mi ha affascinato subito: ho seguito i corsi di enologia di Michel Balanche e nel 1993 mi sono guadagnato la nomina di capo cantiniere. In quegli anni il mestiere di sommeliere è diventato una professione sempre più importante”.

Oggi è a capo di un autentico patrimonio dell’umanità: cantine ricavate nella roccia sotto il palazzo nel gennaio 1874, nell’Hotel de Paris Monte-Carlo, si estendono su una superficie di 1.500 m². La più grande cantina del mondo situata presso un hotel ospita, immerse nel silenzio e nella frescura, oltre 350.000 bottiglie disposte su 1,5 chilometri, con circa 6.000 referenze diverse…

È un patrimonio enologico unico e famoso in tutto il mondo per la sua rarità. In occasione del 150° anniversario, le cantine rinnovano il loro aspetto e svelano la prima fase della loro metamorfosi: un
nuovo ingresso e una nuova sala di accoglienza e degustazione, progettata con lo studio Moinard. La seconda fase è prevista tra novembre 2024 e marzo 2025.
I nuovi spazi sono stati presentati in anteprima ad alcuni selezionati ospiti in occasione della cena Petrus del 21 marzo 2024, con la presenza di Stéphane Valeri, Presidente e CEO di Monte-Carlo Société des Bains de Mer, Jean Moueix, proprietario di Petrus, Olivier Berrouet, enologo di Petrus ed Eric Simonet, Direttore Generale delegato. Dopo una visita alle cantine, la cena si è svolta nell’intimità della Diamond Suite Princesse Grace, con una degustazione esclusiva di rare annate di Petrus e una cena preparata da Dominique Lory, Executive Chef dell’Hôtel de Paris Monte-Carlo. Valorizziamo un patrimonio vivo e in costante evoluzione, per anticipare i gusti del momento e portare avanti le tradizioni: le Caves si servono della loro storia per evolversi e rappresentano un motore all’interno del Resort, per la ricerca di novità, di nuove regioni del mondo, di nuove denominazioni e di nuovi vignaioli, per i clienti che amano scoprire ciò che è ancora noto a pochi.
In questo contesto le cantine svolgono un ruolo logistico meno appariscente, ma vitale, poiché riforniscono quasi 40 punti vendita del Resort con vini e champagne, liquori e bevande. Ogni anno vengono aperte e servite 330.000 bottiglie di vino e di champagne, pari a una media di 900 bottiglie al giorno”.

Lei ha realizzato il sogno di ogni appassionato di vino, vero?

Abbiamo bisogno di persone appassionate: io mi sforzo di condividere e trasmettere il mio sapere ai giovani. La gestione quotidiana della cantine occupa gran parte del mio tempo, ma c’è sempre spazio per le visite ai vigneti. L’agricoltura virtuosa, le produzioni di qualità si traducono in bellezza e difesa del paesaggio”.

Lei afferma che si può bere un vino da migliaia di euro anche mangiando un panino.

Le mode cambiano: per bere del buon vino non è più necessario andarsi a sedere in un ristorante gourmet. Una buona bottiglia può essere affiancata a un semplice panino”.

Il tempo è il miglior alleato del buon vino?

Le grandi bottiglie, quelle che raccontano una straordinaria storia, riposano e invecchiano nelle perfette condizioni delle cantine dell’Hotel de Paris, per poi diventare uniche a una temperatura che varia tra i 13,5º e i 14,5º, con un tasso di umidità compreso tra il 75 e l’85%. A volte dobbiamo dire no, per questione di professionalità, a clienti importanti che vorrebbero strapparle prima del tempo”.

L’amore per il vino di Gennaro Iorio è profondo: un giorno sogna di tornare nella sua terra, sotto il sole del Mediterraneo, a produrre vino difendendo il paesaggio e la buona agricoltura.