Home BioGreenItaly Dior sfila a Lecce e riparte dalle tradizioni

Dior sfila a Lecce e riparte dalle tradizioni

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La Cruise collection di Maria Grazia Chiuri per la Maison è un dialogo tra le proprie radici e l’héritage della griffe: una mappa sentimentale che prende la forma di una narrazione pluri-culturale e, soprattutto, di una celebrazione dell’artigianalità.

Il concetto di ripartenza comprende, al suo interno, il ritorno al punto da cui tutto ha avuto inizio: scavare per far riemergere le proprie radici, e rimembrare le fondamenta su cui si è costruito il proprio presente. Maria Grazia Chiuri, che alla direzione artistica del womenswear Dior ha sempre messo in atto questo personale processo di archeologia, in particolare nella storia del brand, delle correnti artistiche e delle personalità femminili che l’hanno suggestionata, stavolta ha involto il suo sguardo verso l’interno, incrociando le sue origini con l’héritage della griffe: per il progetto della collezione Cruise 2021 infatti, Chiuri ha riconnesso la sua immaginazione creativa alla Puglia, terra del suo cuore dove ha passato gran parte della sua vita.

Una terra in cui ancora vivono forme rituali antiche e credenze magiche, che in questo momento di crisi è sono state interpretate dalla stilista come parte di una dimensione utopica in cui immaginazione e partecipazione creano nuove modalità di descrivere il mondo. E, soprattutto, di ritracciarne il futuro.

«In questo periodo ho cercato di dare una nuova forma al lavoro insieme. Nonostante le difficoltà della distanza, assegnare una prospettiva alle giornate ci ha dato forza e immaginazione» ha dichiarato Maria Grazia Chiuri, che ha concepito la collezione Cruise 2021 come una vera e propria opera corale tra Parigi e Lecce: gonne sfrangiate, foulard e abiti ricamati di ispirazione bohémien – diventata uno dei leitmotiv di Dior nelle ultime stagioni moda – evocano stavolta il fascino della Puglia. Incarnata dai tessuti della Fondazione Le Costantine, espressione di una sapienza tessile antica e materia unica per le giacche della collezione, tra cui l’iconica Bar jacket.

A questo crossover culturale che valorizza e dà voce all’artigianalità si aggiunge la reinterpretazione del motivo floreale della maison, Miss Dior, da parte dello scultore Pietro Ruffo, in una versione ancora più bucolica tra spighe e papaveri tipici del paesaggio estivo. Un motivo che si dispiega in abiti lunghi di cotone leggero, camicie e shorts, seguito da una serie di cinque fiori cartiglio con motti come Les Parfums sont les sentiments des fleurs: questi ultimi sono stati suggestionati dalle illustrazioni del libro De Florum Cultura di Giovanni Battista Ferrari, del 1638.

La mappa sentimentale tracciata da Maria Grazia Chiuri, partita dalla ricerca materica e iconografica per la collezione di impronta artigianale, si estende poi a una celebrazione generale delle arti tradizionali pugliesi. Dalla splendida cornice della sfilata, per cui sono state costruite le celebri architetture luminose da parte dei fratelli Parisi, le Luminarie, al potere rituale della danza e della musica, con le coreografie di Sharon Eyal attorno alla pizzica, simbolo resiliente della lotta contro l’oppressione, passando per la performance di Giuliano Sangiorgi, di origini notoriamente salentine.

Il dialogo creativo tra Francia e Puglia ha dato vita a una collezione unica, realizzata con tutte le complicazioni di questo momento storico, e celebrando – per queste ragioni, con ancora più forza- il virtuosismo di artisti e artigiani. Coloro che, attraverso la poesia del proprio lavoro, rendono immortale la bellezza della moda al di là del consumismo sfrenato. Il cui superamento, ancora una volta, è stato ribadito a favore di un ritorno alle origini.