Quest’anno è Reggio-Emilia la città più green, con una rete intelligente di piste ciclabili e uno sviluppo importante di energia rinnovabile, seguita da Trento e poi Parma. Ce lo certifica il rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore che misura le performance ambientali dei capoluoghi di provincia italiani, si arricchisce di alcune novità. L’indagine, svolta sui 106 capoluoghi tenendo conto di 20 indicatori distribuiti in 6 aree tematiche (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia), scatta una fotografia delle città in cambiamento, tra tante difficoltà e pochi miglioramenti. “Nelle città è in atto una rivoluzione ecologica ma è troppa lenta – ci spiega Legambiente – Centri urbani italiani alle prese con le stesse croniche emergenze, in primis lo smog”.
Lo smog resta un’emergenza urbana. Rispetto agli ultimi cinque anni, il biossido di azoto è l’unico parametro che sembra segnare una tendenza in calo. Migliorano ancora i dati relativi ai passeggeri trasportati dal servizio di trasporto pubblico, segnando per il terzo anno consecutivo una lenta inversione di tendenza post-Pandemia attestandosi però ancora su performance generali molto lontane da livelli europei; si conferma in crescita, sebbene meno evidente dello scorso anno, il numero di vetture immatricolate in ambito urbano, sottolineando che quello italiano resta il parco auto tra i più grandi d’Europa; rallenta il consumo di nuovo suolo. Torna a scendere, dopo il lieve miglioramento della passata edizione, anche la diffusione del solare (termico o fotovoltaico) installato su edifici pubblici così come le superfici a verde.
I segnali più positivi continuano ad arrivare dall’ormai consolidato aumento della percentuale media di raccolta differenziata dei rifiuti, settore nel quale, dopo il già registrato lieve calo della passata edizione, si conferma una nuova diminuzione anche della produzione media di rifiuti. Aumenta ancora la ciclabilità e, anche quest’anno, crescono in modo un po’ più deciso le superfici pedonali in ambito urbano.
LA CLASSIFICA
Per dare uno sguardo alla classifica, quest’anno la Regina green della vivibilità ambientale urbana è Reggio Emilia, seguita da Trento e Parma. L’Emilia Romagna è la regione con più capoluoghi green nella top ten, tra questi c’è anche Bologna, new entry e unica grande città nella prime dieci posizioni (lo scorso anno era 24esima). Le altre metropoli arrancano: Milano si piazza al 56esimo posto in classifica, ma eccelle nel trasporto pubblico, mentre Napoli arriva quasi in fondo alla graduatoria, è 103 esima, lo scorso anno era 98esima. Roma sale in graduatoria al 65esimo posto(nel 2023 era 89esima).
Il centro Italia se la cava, con Macerata (23esima), Siena (26) e Livorno (29) tra i capoluoghi che si piazzano meglio in classifica. Male, invece, il Meridione con otto capoluoghi tra le ultime 10 della graduatoria: Caserta (98esima), Catanzaro (99), Vibo Valentia (101), Palermo (102), Napoli (103), Crotone(104), Reggio Calabria (105), Catania (106) che lo scorso anno era penultima. Da segnalare, invece, Cosenza (13esima) che pur peggiorando leggermente, è l’unica città del Sud nelle prime 15 posizioni, seguita al 24esimo posto da Cagliari. Tra le poche note positive per il Mezzogiorno, il primato della qualità dell’aria va a L’Aquila (prima per minore incidenza di PM10) che vanta in materia una situazione “ottima”. Giudicata “buona” anche l’aria di Ragusa.
Ad incidere negativamente sulle performance ambientali dei comuni capoluogo, oltre ai problemi cronici irrisolti come come smog, inquinamento, consumo di suolo, pesano i ritardi nel contrasto alla crisi climatica, su rigenerazione urbana, efficienza energetica, mobilità sostenibile e gli impatti dell’overtourism, un tema nuovo e in espansione nei nostri centri urbani. Sui temi della rigenerazione urbana e dell’overturism il rapporto dedica ampio spazio con 2 focus di approfondimento.
Nella gestione delle città manca spesso una visione d’insieme, una strategia nazionale urbana che non lasci soli i comuni nell’affrontare i temi legati a sicurezza e vivibilità. A partire dall’adattamento alla crisi climatica, che causa sempre più danni e perdite di vite umane; alla rigenerazione urbana e alla messa in sicurezza degli edifici, dalla presenza di amianto e dal rischio terremoti; alla lotta allo smog, che causa quasi 50mila morti premature solo per il PM2,5.
Dai dati di questa edizione del rapporto emerge con evidenza come l’unica via sostenibile per rilanciare davvero il Paese, cominciando dalle città, sia ripensare le realtà urbane del futuro con meno auto e più mezzi meno inquinanti, su ferro ed elettrici, più mobilità sostenibile ed economia circolare, più infrastrutture intelligenti.