ROMA – Il filosofo Serge Latouche, in tempi non sospetti, aveva proposto alla civiltà occidentale una “decrescita felice”: uno slogan per indicare la necessità e l’urgenza di un “cambio di paradigma”, di un’inversione di tendenza rispetto al modello dominante della crescita basato sulla produzione esorbitante di merci e sul loro rapido consumo. Stesso discorso per l’energia. Il pensatore francese da tempo pubblica libri in cui predica un cambio dello stile di vita, per un’esistenza meno consumistica, più sobria e più autentica. Quest’inverno, però, l’Italia rischia una decrescita infelice: indietro sulle rinnovabili e sulla gestione green dei rifiuti, ora dobbiamo affrontare la stagione dei razionamenti, delle centrali a carbone, dei rigassificatori e degli inceneritori. Il governo per affrontare la crisi energetica ha massimizzato le 7 centrali a carbone esistenti in Italia e ha avviato la stretta sul riscaldamento invernale tra abitazioni private, commercio e uffici, ma senza toccare ospedali e strutture di ricovero.
Tra le cose fatte da Draghi c’è anche lo sblocco di alcuni progetti che riguardano le rinnovabili, ma siamo troppo indietro su questo settore: i pochi interventi non bastano. Ci sono 16 progetti di eolico off-shore fermi, nonostante siano opere strategiche. Adesso, per evitare che il blocco del gas russo ci lasci al buio, dovremo cambiare stile du vita. Ognuno di noi può fare qualcosa:
Si comincia dalla diminuzione della temperatura e della durata delle docce, utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo, abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno, l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione, lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza, non lasciare in stand by TV, decoder, DVD, la riduzione delle ore di accensione delle lampadine. La stretta governativa produrrà un risparmio di 178,63 euro sulla bolletta annuale. Occorrerà determinazione e buona volontà, ma soprattutto un’accelerazione istituzionale verso l’autonomia energetica.