MINERVINO DI LECCE – Per mesi siamo stati lasciati nelle mani degli speculatori, che si sono arricchiti senza pietà, mentre il nostro potere d’acquisto crollava a picco. Il governo Draghi non è stato in grado di restituire alla collettività gli ingiusti extraprofitti che hanno gonfiato le imprese del settore energetico: la legge era scritta male, a quanto pare. Ma quei soldi devono ritornare indietro! Basta tergiversare! Servono interventi a tutti i livelli. Intanto, i sindaci hanno delle proposte concrete per abbattere i costi di bollette che rischiano di far andare in default gli enti locali. Ettore Caroppo, presidente ANCI Puglia, fa il sindaco dal 2004 e da circa 15 anni lotta per l’autonomia energetica degli edifici pubblici attraverso le rinnovabili.
Presidente, qual è lo stato d’animo dei Comuni italiani e cosa chiedono al governo per non affondare in questa crisi energetica? Per ora, siamo stati lasciati nelle mani della speculazione e non ci restituiscono nemmeno gli ingiusti extraprofitti delle imprese del settore energetico…
“Non possiamo pensare solo ai piccoli Comuni, come quello che io governo, perché il problema riguarda tutti e il punto di osservazione ampio che Anci Puglia mi permette di avere me lo conferma. Credo sia necessario e urgente bloccare i contratti in essere, bloccare il prezzo dell’energia fornita agli enti locali e credo che sia possibile accedere al mercato vincolato dell’energia. Se non paghiamo aggiungiamo al danno la beffa perché sarà necessario accantonare delle somme per le penali che ne conseguiranno, limitando di fatto dunque quanto potremmo fare con il bilancio ordinario. Da qualunque parte si voglia guardare la questione, i Comuni (maggiormente i piccoli che dispongono di meno risorse, ma altrettanto i grandi che sono chiamati a fronteggiare situazioni più pesanti) vivono una condizione oso dire invalidante. Urgono interventi immediati: un milione di punti luce da efficientare, un milione di kilowatt picco da installare nelle aree artigianali e industriali dei Comuni che ci aiuterebbero ad azzerare i costi delle bollette. Dove trovare le risorse? Dal PNRR, che va chiaramente modificato ad hoc e nelle risorse comunitarie gestite a livello regionale. Inoltre si potrebbe attingere al Fondo Kyoto, permettendo che le risorse non vadano esclusivamente agli edifici di proprietà comunale ma anche alla pubblica illuminazione. Per questo occorrerà che Cassa Depositi e Prestiti pianifichi la possibilità di mutui da indirizzare su interventi per la pubblica illuminazione”.
Lei è stato definito “il sindaco delle rinnovabili”: da più di un decennio si batte per l’autonomia energetica, cominciando da scuole ed enti pubblici, ma non si è fatto molto in questi anni. Abbiamo 16 progetti di impianti eolici off-shore bloccati in Italia, uno nel Salento. Come si fa ad accelerare, ora che siamo piombati nella guerra del gas?
“Scegliendo la strada della concretezza, meno burocrazia e basta con i ‘NO a prescindere’, sventolati per prese di posizione, che hanno i contorni dell’opportunità politica più che della tutela dell’ambiente, delle ‘questioni di pancia’ che si portano in piazza per strappare facile consenso a scopi elettorali. Il turismo non troverà beneficio da queste posizioni perché gli aumenti, come già sta succedendo, renderanno progressivamente più costosi tutti i servizi: un turista impoverito non torna in vacanza!”.
Lei cosa ha realizzato a Minervino sul piano dell’efficientamento e delle rinnovabili?
“Minervino di Lecce già in tempi non sospetti investiva in fotovoltaico, come per l’installazione dei pannelli solari sul cimitero nei 2005. Inoltre abbiamo realizzato l’efficientamento energetico con impianti fotovoltaici sulla scuola elementare, sulla scuola media inferiore, sull’edificio comunale, impianti geotermici sulla scuola media e sulla scuola elementare e su un edificio di recente ristrutturazione, l’ex Asilo Scarciglia. Qualche anno fa abbiamo partecipato ad un finanziamento del MISE con un progetto di 6 milioni di euro per la realizzazione di un impianto di produzione di un megawatt nella zona artigianale: fosse andato a buon fine oggi avremmo risolto il problema della pubblica illuminazione ed avremmo entrate extra per ulteriori investimenti”.
Di quali interventi legislativi c’è bisogno per superare i conflitti autorizzativi tra ministeri, per consentire un’accelerazione sulla realizzazione degli impianti di energia rinnovabile?
“Le valutazioni di impatto ambientale vanno snellite, oso dire accentrate: dovrebbero tornare in capo alla Stato per mantenere una valutazione scevra da posizioni strumentali e/o di parte. La distanza, anche emotiva, dell’organo decisore permetterebbe una pragramaticità e immediatezza che oggi il campanilismo (lo strumento è giusto ma meglio lontano da casa mia!) ingolfa, limita, blocca: le cose vanno fatte, vanno ipotizzate alternative, vanno strutturate proposte realizzabili, a beneficio di tutti”.
Quest’anno rischiamo di rimanere al freddo: secondo lei è realizzabile un grande piano per ricoprire, entro un anno, tutti gli edifici pubblici di pannelli fotovoltaici?
“Andrei oltre, come ho già detto, l’impianto di pannelli solari non sugli edifici pubblici, ma concentrati in un’area, come le zone industriali e artigianali, di almeno un megawatt. Ciò garantirebbe una gestione più efficiente ed inoltre sarebbe l’opportunità per riqualificare aree molto spesso degradate e abbandonate, renderle dei “polmoni cittadini” grazie alla piantumazione di alberi. Veda io non credo alle Comunità Energetiche, ritengo che esse siano una pura filosofia: sono necessari interventi di immediata funzionalità e chiaramente le risorse per realizzarli!”.