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G7, cultura enogastronomica salentina al centro del mondo: artigianato e agricoltura green in vetrina con i potenti del pianeta

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SAVELLETRI (FASANO) – Anche se alcuni operatori del G7 hanno scambiato la struttura ricettiva di “Borgo Egnazia” per una località, il “Grande Salento” ha vissuto un momento di gloria internazionale, con le sue tipicità, il suo artigianato, il mare, le bellezze naturalistiche e la sua enogastronomia. Da Papa Francesco a Marcron, dal segretario ONU Guterres fino al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden hanno ammirato le coste salentine e le sue delizie enogastronomiche. Una vetrina mondiale quella del G7 appena trascorso, che ha messo in mostra i frutti di una terra fertile e piena di opportunità agricole non ancora sfruttate al massimo. Il governo italiano ha voluto dare spazio alle eccellenze enogastronomiche valorizzando prodotti DOP e IGP dell’intera Nazione e, in particolare, del Salento. Il turismo slow promosso da “Borgo Egnazia”, con percorsi esperenziali e un’agricoltura sostenibile, che promuove la frutta e verdura di stagione e i prodotti a chilometro zero, come le straordinarie ciliegie fasanesi che maturano a giugno, ha stregato le centinaia di partecipanti.

La raccolta di ciliegie di Borgo Egnazia

Il menu di Massimo Bottura (3 stelle Michelin) e il vino primitivo ES del Salento di Gianfranco Fino gustati sulle tavole del G7 hanno entusiasmato tutti. Si tratta di un “nettare di Bacco” realizzato con uva selezionata raccolta a mano nelle cassette con attenta selezione dei grappoli, trasporto in camion con cella isotermica. Sono vini salentini che nascono da una cultura lontana nei secoli e conservano i sapori di una terra unica. In cantina tutto viene lavorato con tavolo di cernita, diraspatura, pigiatura soffice degli acini, macerazione in tino di acciaio inox da 70 Hl, contatto bucce – mosto da 2 a 3 settimane, controllo della temperatura del cappello di vinaccia, 2 délestage al giorno. La pressatura delle vinacce avviene con pressa verticale idraulica. Dopo circa 9 mesi di maturazione in legno, il vino, senza l’ausilio di chiarificanti e senza precipitazioni tartariche, viene imbottigliato e dopo 6 mesi circa di affinamento viene immesso al consumo.
“Le materie prime devono essere le protagoniste assolute: la nostra cucina è nata per valorizzare l’eroico lavoro della produzione e della trasformazione agroalimentare e non per soddisfare l’ego dei cuochi” – ha dichiarato lo chef Bottura.
Gli ospiti sono stati cullati con “gelato di pomodoro” e pane tostato con croccante di pane e foglia d’oro, Zuppa di pesce dell’Adriatico, Risotto all’astice blu con fondo di branzino e agrumi, merluzzo con salsa di olive verdi di Nocellara, capperi di Pantelleria e colatura di alici di Cetara. Le bollicine del Made in Italy hanno regnato in ogni banchetto: Trento doc di Ferrari, Franciacorta Bellavista e Prosecco Cartizze di Villa Sandi, i grandi rossi toscani Sassicaia e Tignanello; e poi Barolo, Brunello, Lambrusco, Valpolicella, bianchi friulani, Vermentino sardo e Trebbiano d’Abruzzo, Kerner, Passito di Pantelleria. In una parola eccellenza e tradizione italiana capace di curare il paesaggio agricolo e di migliorarsi sempre di più con pratiche green. Secondo Giorgia Meloni, oltre a un incontro tra i potenti del mondo teso alla pace, per il Salento è stato uno straordinario momento di marketing internazionale dei prodotti genuini e di qualità: “Credo che la forza della Puglia sia nel suo legame con le sue radici e le sue tradizioni: ho visto i leader del G7 a bocca aperta, ammirati, per i sapori, i gusti, le identità, le signore che regalavano braccialetti artigianali fatti con il nocciolo dell’ulivo…Gli artigiani hanno trasformato in meravigliosi manufatti il legno degli ulivi che abbiamo dovuto eradicare. Questo a dimostrazione che siamo sempre capaci di reinventarci. Le sfide globali le abbiamo affrontate in un borgo, perché non siamo in grado di affrontare quelle sfide se non partiamo dalla nostra identità”.