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Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato: 10 milioni di ettari di foresta in meno all’anno. Amazzonia circondata

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Che si creda o meno è il momento di riflettere e cambiare. L’Osservatore Romano ci ricorda che oggi è la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. L’uomo continua a calpestare i beni più importanti per la sua stessa sopravvivenza: il verde e l’acqua. Il giornale del Vaticano ci ricorda che ogni anno consumiamo 10 milioni di ettari di foresta. Un vero e proprio suicidio! Uno sfregio al creato! Mentre i nostri politici promettono un milione di alberi in più, si continua a cementificare e a deforestare i nostri polmoni verdi mondiali. I guai più seri sono in Amazzonia: la foresta ancora vergine è circondata da bulldozer e motoseghe. Nello stato brasiliano di Rondônia, al confine con la Bolivia, è situata un’area soggetta alla deforestazione che potrebbe presto subire un’ulteriore ferita: l’Istituto brasiliano dell’ambiente e delle risorse naturali rinnovabili (Ibama) ha infatti concesso il via libera preliminare al rifacimento dell’autostrada che collega Manaus alla capitale dello Stato di Rondônia, Porto Velho, tagliando in due la foresta.

Stiamo parlando di una ferita lunga 405 chilometri che il presidente Bolsonaro vuole potenziare e rendere percorribile tutto l’anno come volano di sviluppo, ma che le associazioni ambientaliste vedono come un incredibile acceleratore della deforestazione già in atto. L’Amazzonia è un gioiello dal valore inestimabile: custodisce la più vasta foresta pluviale al mondo e il più ricco sistema fluviale. Stiamo parlando, dunque, di una risorsa unica: il Rio delle Amazzoni raccoglie quasi il 20 per cento dell’acqua dolce che si trova sulla Terra, mentre la foresta condiziona e regola il clima dell’intero pianeta. La foresta amazzonica è un “patrimonio del mondo” che  si estende su una superficie di 6,7 milioni di km². Ecco perché va difeso questi capolavoro naturale, che sviluppa sul territorio di ben nove Stati sudamericani ed è la foresta pluviale più grande rimasta sulla Terra. Ora le mani del “capitalismo fossile” stanno massacrando un bene straordinario. Dall’altra parte del mondo dovremmo essere i grado di dare risposte forti: moral suasion per la difesa dei polmoni verdi mondiali e rinaturalizzazione di tante aree che abbiamo affogato nel cemento. Non c’è altra strada per vivere meglio.