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Gli incendi devastano l’Italia, nuovo vasto incendio nel Salento. Il report di Legambiente e le sue 10 proposte

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Incendio ad Andrano

Le alte temperature e i mancati interventi di prevenzione stanno devastando tutta l’Italia. Oggi un nuovo vasto incendio ha colpito il Salento. In queste ore brucia il polmone verde in zona Botte, ad Andrano (provincia di Lecce): sul posto per domare le fiamme, alimentate dal vento ci sono  vigili del Fuoco, Volontari di Protezione Civile e ARIF. È stato effettuato un intervento aereo  per arginare il fronte del fuoco e sono in atto evacuazioni dalle zone più arischio. La SP358 (Litoranea Castro – Tricase) temporaneamente interdetta al traffico veicolare.

IL REPORT DI LEGAMBIENTE SUGLI INCENDI

La crisi climatica ha incancrenito una situazione già  pesantissima in cui la criminalità ci sguazza, con incendi dolosi a fini speculativi e ripicche tra privati. Nel 2021 ben 159.437 ettari di superfici boscate e non devastati dalle fiamme (+ 154,8% rispetto al 2020). In aumento anche i reati tra incendi dolosi, colposi e generici. La Sicilia la regione più colpita per reati (993) ed ettari attraversati dalle fiamme seguita da Calabria, Puglia e Campania” – spiega il report incendi di Legambiente. In 14 anni andati in fumo 723.924 ettari, un’area grande quasi quanto l’intera regione Umbria. In pericolo i “gioielli del Paese”: siti della Rete Natura 2000 e aree protette.

Di fronte a questo quadro, Legambiente torna a ribadire l’importanza della prevenzione e del rafforzamento delle attività investigative lanciando 10 proposte – a partire da una gestione integrata degli incendi governo integrato degli incendi e piani di adattamento – per contrastare gli incendi con lo scopo di rafforzare la riforma della legge 353 del 2000. Obiettivo solo parzialmente raggiunto con la legge 155/2021, che ha introdotto nella nostra normativa l’incendio di interfaccia urbano-rurale; ha codificato il fuoco prescritto come misura di prevenzione; messo a disposizione 140 milioni di euro da spendere entro il 2023 e altri 150 a valere sui fondi del Pnrr; previsto pene più severe per alcuni reati di incedi dolosi; previsto poteri sostitutivi affidati alle Regioni e ai Carabinieri Forestali per la mancata redazione da parte dei Comuni del catasto delle aree percorse dal fuoco.  Ma la norma approvata non fornisce tutte le risposte che l’associazione ambientalista aspettava per contrastare efficacemente gli incendi boschivi, soprattutto alla luce degli effetti già fin troppo visibili della crisi climatica.

“Occorre un radicale cambiamento di approccio e risposta al fenomeno degli incendi – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – che miri a prevenire i roghi attraverso la gestione del territorio, l’utilizzo ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali, la promozione dei servizi ecosistemici che vanno remunerati, per sostenere e rivitalizzare le comunità rurali nelle aree interne e montane in una rinnovata funzione di presidio territoriale. In questa partita servono investimenti veri, ricerca, strumenti e tecnologie, semplificazione di procedure e competenze all’interno di una strategia complessiva definita in condivisione con le popolazioni locali ed i portatori di interesse. Una necessità impellente anche perché, la tendenza che si prospetta nel 2022 e nei prossimi anni, è di una crescita del fenomeno degli incendi boschivi a causa della siccità prolungata che si sta verificando nell’Europa meridionale e le condizioni risultanti che hanno già causato numerosi focolai di incendi prematuri. Un altro segno evidente, insieme allo scioglimento dei ghiacciai alpini, della crisi climatica già in atto”.

 

LE 10 PROPOSTE DI LEGAMBIENTE:

1. Gestione integrata degli incendi: è necessaria un’attività di integrazione/coordinamento, a livello regionale e nazionale, fra i settori dedicati alla previsione, prevenzione, informazione, addestramento, lotta, indagine e ricostituzione post-incendio.

2. Pianificazione e politiche di adattamento: in attesa del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici devono essere i Piani forestali di indirizzo territoriale a integrare la pianificazione forestale con la prevenzione degli incendi boschivi.

3. Interazione con la politica agricola: per un più efficace governo degli incendi è fondamentale una integrazione della politica forestale con quella agricola.

4. Pascolo prescritto come strumento di prevenzione: il pascolamento con specie domestiche è stato finalmente riconosciuto come tecnica per prevenire il propagarsi degli incendi o evitare che una volta innescati diventino disastrosi. Tutte le specie pascolanti, bovini, ovini e caprini possono essere utilmente impiegate.

5. Responsabilizzazione e coinvolgimento dei cittadini: il governo degli incendi non deve essere solo responsabilità delle istituzioni e dei tecnici del settore. I cittadini possono essere parte attiva, in primo luogo coinvolgendo il volontariato non solo nella lotta ma anche nella prevenzione.

6. Statistiche e catasto incendi: l’analisi delle statistiche sugli incendi è essenziale per la comprensione ed il governo del fenomeno, sebbene il sistema nazionale di raccolta dei dati forestali sia carente.

7. Pianificazione e progettazione del ripristino ecologico e funzionale: la ricostituzione post-incendio è una fase delicata del governo incendi e deve essere affrontata con interventi e soluzioni tecniche adeguate caso per caso e non in maniera emotiva.

8. Pianificazione urbanistica e incendi: il verde urbano è importante per migliorare il benessere dei cittadini e la qualità delle nostre città ma i piani urbanistici non tengono in considerazione il rischio legato agli incendi boschivi nelle aree urbane. Per questa ragione appare auspicabile che nei prossimi anni la pianificazione urbanistica venga informata dai piani forestali di indirizzo territoriale che identificano le aree esposte al pericolo incendi (probabilità di propagazione di grandi incendi). La stessa attenzione deve essere indirizzata alla rete stradale che svolge un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza della logistica dei mezzi di soccorso in caso di incendi di elevata intensità.

9. Pene più severe: estendere le pene previste dal codice penale italiano per il reato di incendio boschivo a qualunque tipologia di incendio.

10. Potenziare i presidi statali nella lotta agli incendi boschivi: investire nel potenziamento della flotta aerea pubblica, nella specialità interna al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, estendere le competenze dei Carabinieri Forestali in Sicilia.