Il moto ondoso è considerato dagli esperti la più grande fonte di energia rinnovabile inutilizzata della Terra. ENEA e RSE hanno calcolato che se si riuscisse a sfruttarla si otterrebbero 80mila miliardi di KWh: cinque volte il fabbisogno annuale di energia elettrica del mondo intero. Eni sta lavorando sul sistema ISWEC per convertire l’energia delle onde marine in energia elettrica, rendendola immediatamente disponibile per impianti off-shore o immettendola nella rete elettrica per dare corrente a comunità costiere. “Il nome completo è Inertial Sea Wave Energy Converter e lo abbiamo sviluppato insieme a Wave for Energy S.r.l., spin-off del Politecnico di Torino” – spiegano i responsabili.
Il sistema è costituito da uno scafo galleggiante sigillato con al suo interno una coppia di sistemi giroscopici collegati ad altrettanti generatori. Le onde provocano il beccheggio dell’unità, ancorata al fondale, ma libera di muoversi e oscillare. Il beccheggio viene intercettato dai due sistemi giroscopici collegati a generatori che lo trasformano in energia elettrica. Una soluzione semplice, con un cuore d’alta tecnologia. Oltre che dalle onde, il mare può fornire energia pulita in molti altri modi”. Un impianto pilota è già attivo nei nostri impianti offshore a Ravenna e ora si punta a svilupparne altri su scala industriale, per rendere autonome le piccole isole. In Spagna sarà installata la prima applicazione della tecnologia dell’energia delle onde di Eco Wave Power: produrrà elettricità pulita dalle onde per essere utilizzata da Port Adriano, uno dei porti turistici più moderni del Mediterraneo e una base eccezionale per i superyacht. La tecnologia avanza: abbiamo le armi per far diventare le fonti fossili solo un brutto ricordo pieno di inquinamento.