VICENZA – Gli intenditori di vino devono saper distinguere anche quello naturale dal biologico: non bisogna equivocare. Il biologico evita sostanze nocive nella produzione, ma c’è un modo ancora più genuino di produrre. Le regole sono chiare e la garanzia che non si tratti di bluff dovrebbero fornirla autorevoli enti di controllo. Ci sono dei rigidi disciplinari da seguire: ci sono già importanti brand di vino naturale sul mercato, si pensi a VinNatur, associazione fondata già nel 2005 dal produttore Angiolino Maule, cui fanno capo oltre 170 cantine. Le regole per gli associati sono rigidissime, chi si discosta è fuori. L’idea è quelle di fare chiarezza su cosa è davvero un vino naturale: ecco perché il disciplinare redatto è complesso e denso di tecnicismi che eliminano il rischio di indurre in errore il consumatore. Per diventare parte attiva di VinNatur e quindi essere socio produttore dell’associazione occorre seguire alcuni passi importanti.
“Il consiglio direttivo dell’associazione ha delegato una commissione d’assaggio per valutare i vini delle aziende che intendono aderire a VinNatur – spiegano i responsabili dell’associazione- Con queste degustazioni effettuate in assoluto anonimato si vuole ricercare nel vino caratteri di territorialità, legame con il vitigno e naturalità del prodotto. Saranno considerati negativi sentori lontani dall’espressione del vitigno e del terreno, ossia standardizzazioni dovute a lieviti selezionati, tannini aggiunti, chiarifiche, acidificazioni o altro”.
Le regole da seguire sono diverse: per quanto riguarda la vigna è necessario utilizzare concimazioni organiche, prodotti a base di zolfo per contrastare l’oidio (malattia della vite provocata da un fungo), prodotti idrosolubili a base di rame per contrastare la peronospora (altra malattia causata da un fungo), vendemmia manuale e utilizzo di vitigni resistenti (capaci di non soccombere con le malattie fungine).
Ma ci sono regole fondamentali da seguire anche in cantina per ottenere un vino naturale: in primis la fermentazione spontanea con uso di lieviti indigeni, inoltre la possibilità di modificare la temperatura del mosto o del vino per il corretto svolgimento delle fermentazioni.
In cantina c’è un unico additivo ammesso: anidride solforosa in quantità minime e precise. È necessario l’uso di aria e ossigeno per ossigenare mosti o vini e l’uso di anidride carbonica, azoto o argon, esclusivamente per mantenere il vino al riparo dall’aria. Le filtrazioni devono avvenire con attrezzature inerti. VinNatur sta portando avanti una campagna informativa importante anche per il consumatore, che deve essere tutelato dai controlli del Ministero delle Politiche Agricole e da altri enti imparziali, ma che soprattutto deve essere guidato con delle etichette chiare. Il produttore deve indicare il quantitativo di anidride solforosa totale al momento dell’imbottigliamento espressa in mg/lit (non superiore a 50 mg/litro per vini bianchi, frizzanti, spumanti, rosati e dolci e non superiore a 30 mg/litro per vini rossi), oltre ai simboli distintivi dell’associazione. Dunque, trasparenza e riconoscibilità contro gli inganni di un mercato troppo spesso ingannatore.
L’EVENTO DI PROMOZIONE DEL VINO NATURALE
Aprile comincia con la più importante fiera del vino naturale in Italia, la manifestazione annuale di VinNatur offre un viaggio attraverso tutte le regioni vinicole italiane e una selezione di altri paesi europei, ideale per gli amanti del vino che iniziano a conoscere i vini naturali e per i professionisti del settore che vogliono ampliare le proprie conoscenze. A Vicenza si ritroveranno i più grandi produttori di vino naturale d’Europa, imprenditori che hanno il comune obiettivo di condividere le tecniche e le esperienze messe in campo per produrre vino in maniera naturale, sia in vigna che in cantina, e di divulgare la cultura del “terroir”. “Ogni visitatore potrà incontrare e conoscere i produttori stessi, nonché acquistare direttamente dagli stessi il vino in degustazione. La manifestazione nasce, quindi, come risultato naturale del crescente impegno per la diffusione di una nuova cultura del vino!” – dichiarano gli organizzatori.