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La svolta promessa dal nuovo governo: spinta sulle rinnovabili, via alle estrazioni di gas, che mandano in fibrillazione gli ambientalisti, caccia agli extraprofitti

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ROMA – La premier Giorgia Meloni, nelle scorse ore, in occasione della fiducia incassata in Parlamento, ha annunciato i suoi primi provvedimenti in campo energetico: c’è la buona notizia dell’accelerazione sulle rinnovabili, ma c’è anche la decisione che gli ambientalisti non condividono di estrarre più gas in Italia. Infatti, ieri è stato annunciato il via libera alle estrazioni di gas in Italia. Nel 2016 l’attuale premier sosteneva il divieto all’estrazione nei mari italiani e fece campagna contro Renzi con tutta la destra: oggi, complice la grave crisi energetica causata anche dalla politica cieca e mediocre degli ultimi decenni, ha cambiato idea, come dimostra la linea di Fratelli d’Italia emersa in Parlamento. Il 17 aprile 2016 gli italiani sono stati chiamati alle urne per il referendum abrogativo sulle trivellazioni: l’86% dei votanti decisero di bloccarle, ma il quorum non fu raggiunto e quindi l’iniziativa referendaria non raggiunse l’obiettivo. L’Italia fino ad oggi ha solo deciso di investire sulle infrastrutture per importare gas. La Croazia, invece, ha dato il via libera alle trivellazioni: i croati puntano soprattutto sui giacimenti dell’Adriatico settentrionale, dove c’è concorrenza, visto che in Italia le attività estrattive in quest’area sono vietate in quanto considerata zona a rischio subsidenza.

Eppure nell’Alto Adriatico c’è la riserva di gas naturale più consistente d’Italia: secondo i calcoli di Nomisma Energia si tratta di una cifra che si avvicina a 40 miliardi di metri cubi. Per combattere il caro-gas, il governo punta alla “ripresa dell’estrazione del gas nazionale”, ha spiegato la premier Meloni che cita Enrico Mattei: “Le risorse nazionali vanno ottimizzate come chiede l’Europa”. Verranno messe in campo misure a medio-termine per “liberare l’Italia da una dipendenza energetica inaccettabile”. Torna in campo il dossier trivelle studiato dall’ex ministro Roberto Cingolani che incrementerebbe la produzione di gas di 6 miliardi di metri cubi. Ma per gli ambientalisti le trivellazioni danneggiano l’ambiente marino e tutto l’ecosistema. Inoltre, le rinnovabili, se diventassero la principale fonte energetica, ci costerebbero molto di meno in termini di risorse e salute. 

LA SPINTA DEL GOVERNO SULLE RINNOVABILI E L’INTERVENTO SULLE BOLLETTE

Il governo Meloni promette di imprimere un’accelerazione senza precedenti alle rinnovabili. Si punterà sullo sblocco dei progetto in essere e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, dal solare, al geotermico, all’eolico. Tra gli impegni c’è quello dell’interventi sulle bollette: la promessa della premier Giorgia Meloni è di un “sostegno imponente” per famiglie e imprese perché “l’emergenza è immediata”. Per elettricità e gas sono stati studiati interventi immediati con i soldi dell’extragettito dello Stato, ma anche e soprattutto finanziando il sostegno ai cittadini con gli extraprofitti (riscrivendo la legge del governo Draghi). C’è l’intenzione di prorogare ma anche emendare le misure decise dal precedente esecutivo collegandosi al decreto Aiuti ter ora alla Camera. Saranno riconfermati i bonus sociali per le famiglie, ma automatici e slegati dall’Isee. Arriva anche la proroga dei crediti alle imprese. Non ci resta che incrociare le dita nella speranza di una grande svolta nel campo delle energie pulite.