STRASBURGO – Il vino italiano è salvo, per ora: il Parlamento europeo minacciava di inserirlo fra gli alimenti pericolosi. Per qualche giorno i produttori della grande tradizione enoica italiana se la sono vista brutta. Inserire le bevande alcoliche tra quelle che possono far rischiare il cancro significa fare uno sfregio a una cultura millenaria e confondere l’abuso con il buon uso. Infatti, il vino è l’unica bevanda a essere stata inclusa nella “Dieta mediterranea”, cioè inserita nel regime alimentare tutelato dall’Unesco, che fornisce a chi la segue il giusto apporto dei nutrienti fondamentali. Alcuni studi mettono in relazione il consumo moderato di vino rosso alla riduzione del rischio cardiovascolare, ma naturalmente parliamo di un uso molto contenuto di questa bevanda alcolica, durante i pasti. Il risultato ottenuto nelle scorse ore nel Parlamento europeo è un primo successo, ma non bisogna abbassare la guardia, secondo Confindustria. È stata vinta una battaglia, ma non la guerra per la difesa delle nostre tradizioni. Bisogna sminare il campo. “È necessario salvaguardare le produzioni agroalimentari del made in Italy e la dieta mediterranea che fa parte della nostra cultura e di un modo di vivere sano che ci ha resi famosi nel mondo” – spiegano i responsabili di Confindustria. In effetti, qualcuno ha cercato di accostare il vino alle sigarette, puntando su normative che vietassero persino la pubblicità di questi prodotti. C’è da tenere sotto controllo le prossime decisioni sul Cancer Plan.
“L’impegno per la prevenzione del cancro e l’abuso di alcol tra i minori è proposito pregevole e meritorio, che però non deve in alcun modo pesare sulla reputazione qualitativa dei nostri prodotti – chiariscono da Confindustria – Si sente già parlare di nuovi regimi fiscali per l’alcol e, in un momento critico come quello attuale, sarebbe davvero un colpo al cuore per le produzioni di qualità italiane che contribuirà ad innescare inevitabilmente un perverso meccanismo di lievitazione incontrollata dei prezzi, a cui, purtroppo, stiamo già assistendo”. Il buonsenso ha trionfato sul fanatismo: c’è un’enorme differenza tra consumo nocivo e quello moderato di bevande alcoliche. L’agricoltura italiana sempre più virtuosa, attenta a pratiche più sostenibili, tira un sospiro di sollievo e tiene alta la guardia in Europa. Il Vinitaly, che si terrà dal 10 al 13 aprile 2022 dopo 2 anni di pandemia, con l’impegno della direzione storica di Giovanni Mantovani ad innalzare il vino italiano nel mondo, sarà un momento importante di promozione della cultura del vino, in cui si affronteranno i temi della sostenibilità e dello scampato pericolo europeo.
L’INTERVENTO DEI CONSORZI
Il consumo moderato di vino non è cancerogeno: una vittoria italiana e pugliese
“Accogliamo con soddisfazione la linea della commissione europea che ha evidenziato la differenza tra uso e abuso nell’alcol”. Questo il parere del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria dop, del Consorzio del Salice Salentino doc, del Consorzio di Brindisi e Squinzano doc e di Confagricoltura Puglia dopo l’esito del voto in plenaria del Rapporto della Commissione speciale del Parlamento europeo per la lotta contro il cancro (BECA) sul rafforzamento delle strategie dell’Europa nel combattere la malattia.
“È bene marcare una netta differenza tra consumo moderato e abuso di alcol. Ed è l’abuso, come in ogni cosa, che porta rischi in termini di salute pubblica. Pericoli che non giungono invece con il consumo moderato e responsabile di vino, combinato a stili di vita sani previsti dalla nostra dieta mediterranea. La differenza tra uso ed abuso deve essere cristallizzata da una massiccia campagna di sensibilizzazione ed educazione al consumo .
Il vino è prima di tutto un atto culturale e rappresenta uno dei prodotti agricoli più densi di valore sociale, storico e culturale. Un intreccio tra agricoltura ed enoturismo. Il pericolo è stato scongiurato ma non dobbiamo abbassare la guardia. I nostri parlamentari sono riusciti a fermare un attacco al mondo del vino che temo non si esaurisca qui. Possiamo però dire che ieri ha vinto la ragionevolezza, il buon senso premiando il vino, e hanno vinto tutti i viticoltori d’Italia, della Puglia e del Salento”.