Il vento è una delle più grandi fonti di energia che ci dona la natura. Con le pale eoliche abbiamo la possibilità di produrre quantità enormi di energia. La nuova frontiera è l’eolico off-shore, che ignoranza, burocrazia e pregiudizi stanno frenando in tutta Italia. Le pale eoliche galleggianti che vengono posizionate in mare, a largo, possono intercettare dei venti forti, profondi e costanti che altrove non è possibile ottenere. L’impatto dell’eolico galleggiante è bassissimo, come spiega Legambiente: nemmeno visivamente può essere ritenuto un danno perché la pala eolica da 15 mw piazzata a 43 chilometri di distanza impatta di soli 0,41 centimetri sul paesaggio. Sulla terra ferma e dalla spiaggia l’offshore e quasi invisibile, inoltre intorno ai piloni che sorreggono le pale si creano delle aree di ripopolamento per flora e fauna marina. Un impianto può durare fino a 30 anni e una volta dismesso essere riciclato anche fino al 100%. Infatti, da vecchi impianti si ricava fibra di vetro per nuovi impianti, oppure il materiale per l’arredamento, ma anche elementi edilizi per costruire ponti.
Oggi in Italia l’unico impianto offshore in funzione si trova a Taranto e ci sono voluti 14 anni di battaglie per ottenerlo. Se tutti gli impianti progettati in Italia fossero in funzione, avremmo già raggiunto gli obiettivi italiani della transizione energetica fissati dall’Europa per il 2030. “L’emergenza climatica non può stare ai tempi di una burocrazia che ci mette in media sei anni per autorizzare impianti off-shore – spiegano i responsabili di Legambiente – L’Italia ha bisogno con urgenza di nuovi impianti di energia pulita. Con eolico e solare, le fonti più promettenti nel nostro Paese, taglieremo le emissioni di CO2, avremo bollette meno salate e indipendenza dalle fonti fossili. In Italia abbiamo già 5.000 impianti eolici e almeno 890mila impianti solari fotovoltaici. Ma un grande potenziale potenziale arriva dall’eolico a largo dei nostri mari dove i venti sono più costanti e forti”. Con gli impianti eolici offshore ad altissima tecnologia e dall’impatto ambientale ridotto, potremmo produrre fino a 55.000 Megawattora ogni anno da qui al 2030. Legambiente ha ideato una nuova campagna informativa per sensibilizzare le istituzioni: “Il panorama non cambia. Il futuro sì”. Serve un governo forte e con le idee chiare per portare a termine tutti i progetti fermi da anni. Serve una vera svolta.