BRINDISI – La spazzatura sta sfregiando la via Appia Antica, con i suoi 2300 anni di storia: un patrimonio storico, archeologico e architettonico unico al mondo. Passeggiare o andare in bicicletta tra questa straordinaria testimonianze della Roma antica è un’esperienza indimenticabile da fare almeno una volta nella vita. L’Appia Antica fu progettata nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco: il suo intento era quello di far realizzare un asse viario che collegasse velocemente Roma a Capua per il movimento delle truppe verso sud durante la Seconda Guerra Sannitica (326-304 a.C.): questa infrastruttura incredibile per l’epoca collegava centro e sud Italia, perché, in seguito, il tracciato fu prolungato fino al porto di Brindisi per avere un collegamento diretto con la Grecia, l’Oriente e l’Egitto, per le spedizioni militari, i viaggi e i commerci. La Appia Antica, dunque, è la “regina viarum” (la regina delle strade), la strada più importante dell’epoca romana.
LEGAMBIENTE IN CAMPO
Quest’anno Legambiente ha voluto organizzare in modo insolito l’iniziativa di “Puliamo il Mondo”, nell’ambito del Festival dell’Appia Antica – Appia Day 2022, organizzato con Italia Nostra, Soroptimist, Ordine degli Architetti e istituti scolastici brindisini. La decisione è stata presa dopo una serie di sopralluoghi e attività svolte per promuovere il tracciato storico dell’Appia Antica e i beni e il paesaggio circostante. Nel corso di tali iniziative, Legambiente ha potuto riscontrare la presenza di numerose discariche di rifiuti che, nel corso di “Puliamo il Mondo”, ha voluto individuare e geolocalizzare con più precisione al fine di chiedere gli interventi urgenti alle istituzioni.
Le foto allegate rappresentano la tipologia di rifiuti abbandonati in punti individuati lungo le strade comunali 14 e 50, ricollegabili direttamente o indirettamente con il tracciato dell’Appia Claudia, lungo la quale si realizzano vari tour, anche con la presenza di turisti, fra i quali quelli per cicloamatori organizzati da Madera Bike. Quanto riscontrato e fotografato dimostra la presenza di atti di inciviltà e perfino delinquenziali perché, a ridosso della sede stradale, vengono abbandonati rifiuti in parte provenienti da abitazioni e insediamenti della zona, ma in grandissima parte provenienti da attività edili, dall’abbandono di rifiuti ingombranti, materiali di risulta e purtroppo anche di rifiuti urbani pericolosi quali lana di vetro, materiale isolante di vario tipo.
Rappresentanti della società Ecotecnica hanno potuto verificare la presenza di alcune di queste discariche ed hanno offerto la piena disponibilità per realizzare interventi, fermo restando che un programma organico debba essere disposto dalle istituzioni competenti e debba essere rapportato alla tipologia dei rifiuti presenti. L’aspetto più grave è il riscontrare la presenza di carcasse di auto, sicuramente rubate e bruciate dopo averle svuotate, ciò che impone un immediata verifica da parte degli organi di polizia.
È in corso un’attività di monitoraggio lungo il tracciato dell’Appia Claudia e di raccolta di documentazione, studi, proposte e progetti funzionali a sostenere la candidatura da parte del ministero della cultura per il riconoscimento dell’Appia quale bene universale dell’umanità dell’UNESCO.
Legambiente ha voluto inserire, d’intesa con gli altri organizzatori degli eventi, Puliamo il Mondo lungo l’Appia Claudia, perché si realizzi un piano urgente di raccolta e successivo conferimento e smaltimento di tutte le tipologie di RSU abbandonati lungo la via consolare, ricordando che i vari punti di discarica sono un pericolo dal punto di vista ambientale, un danno d’immagine evidente ed una delle condizioni che possono inficiare il riconoscimento da parte dell’UNESCO o il suo successivo mantenimento.
I responsabili di Legambiente hanno chiesto al sindaco di Brindisi, la cui competenza è diretta sul territorio interessato, ed anche ufficiale di governo in materia sanitaria, di voler disporre un censimento di tutte le discariche presenti e un programma di rimozione degli RSU, in primo luogo quelli pericolosi, d’intesa con la Regione Puglia che ha a disposizione risorse finanziarie per sostenere piani urgenti come quello necessario a ripulire la Via Appia.
Al presidente della provincia gli ambientalisti chiedono di avvalersi dei propri poteri e innanzitutto di disporre l’intervento della polizia provinciale per quanto di sua competenza.