I grandi brand puntano sull’idrogeno per i mezzi pesanti di locomozione. La Commissione europea finanzia la ricerca ormai da anni. Stiamo andando avanti sempre più velocemente. Il mercato italiano muove i primi passi: mettere in strada un veicolo a idrogeno non è facile, perché il range chilometrico è ancora limitato. Si comincia con il puntare sui mezzi pesanti. La Germania è molto più avanti sulla rete distributiva dell’idrogeno (è un paese capofila), oltre ad aver finanziato con un fiume di denaro le aziende che puntano su questo settore. I camion elettrici alimentati a idrogeno sono un obiettivo a medio termine per molte imprese del settore, perché questa forma di carburante pulito sembra una soluzione migliore del biogas. Il brand Scania ha annunciato qualche mese fa di aver avviato un progetto in collaborazione con Cummins per lo studio di questa nuova tecnologia: l’azienda punta a mettere sull’asfalto i primi tir nel 2024 (saranno usati nel porto di Rotterdam per il progetto HyTrucks, per trasportare merci su medie distanze).
Tra l’altro Scania è riuscita persino a costruire motori con il carburante classico meno inquinanti, vincendo per la sesta volta consecutiva il premio “Green Truck 2022” grazie alla significativa efficienza ed economia dei consumi dimostrate con il Super. Ma tornando al tema dei motori a idrogeno persistono ancora problemi di stoccaggio, nonostante questa energia pulita rappresenti un’ottima soluzione per la mobilità dei mezzi pesanti. C’è chi sta già costruendo, in Germania, delle efficientissime stazioni di servizio per i motori a idrogeno. Hedvig Paradis, Head of New Business Concepts con dottorato in tecnologia delle celle a combustibile conseguito presso l’Università di Lund, ha studiato e lavorato in questo campo dalla rapida evoluzione per diversi anni. È entusiasta del potenziale e dei risultati raggiunti da Scania: “I vari clienti nelle diverse regioni del mondo avranno bisogno di nuove soluzioni e la tecnologia delle celle a combustibile a idrogeno può essere utile in questo senso. Possiamo vedere, ad esempio, che in Giappone, Corea del Sud e California hanno un interesse sempre più crescente verso le soluzioni basate sull’idrogeno e costruiscono stazioni di gas idrogeno – afferma – Uno dei principali punti di forza delle soluzioni basate sull’idrogeno è il fatto che si tratta di una tecnologia a zero emissioni: l’autocarro stesso espelle soltanto acqua sul posto. Il processo si basa sul fatto che l’idrogeno è prodotto in modo rinnovabile”. “Un altro vero vantaggio per i veicoli a celle a combustibile a idrogeno e un motivo del crescente interesse verso gli stessi, è dato dal fatto che hanno necessità paragonabili ai veicoli convenzionali, come i sistemi di rifornimento e la costruzione di infrastrutture – si legge sul sito del brand Scania – È un’opzione attraente per coloro che sono diffidenti nei drastici cambiamenti richiesti dalle nuove tecnologie”. Questo significa che con la nascita di vere proprie stazioni di rifornimento e con la necessità di reperire esperti in questo campo nasceranno tanti nuovi posti di lavoro.
Esiste anche un prototipo enorme di camion a zero emissioni costruito dalla “Anglo American”, progettato per accelerare la transizione, pesa 200 tonnellate a vuoto ed è alto tre piani: si tratta di un gigante “green” con megabatteria da 1,2 MWh, abbinata a un sistema di celle a combustibile che genera ben 800 kW e permette al camion di ottenere una potenza totale addirittura superiore rispetto a quella erogata dal suo “omologo” alimentato a gasolio. Insomma, anche per i giganti della strada ci sono soluzioni a zero emissioni. È ormai solo una questione di tempo.