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L’Europa accelera sulle “case green”, ma l’Italia non è pronta: 2 immobili su 3 da rendere sostenibili entro il 2030

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BRUXELLES – Sta facendo discutere molto la direttiva europea che interessa tutte le famiglie italiane, perché potrebbe imporre l’obbligo di ristrutturare entro il 2030 due immobili su tre, per renderli più efficienti da un punto di vista energetico. L’Italia non è pronta e ha già schiacciato il freno, mentre la presidenza di turno svedese dell’Unione europea si è impegnata ad approvare la cosiddetta direttiva sulle “case green” entro sei mesi. I tempi per fare investimenti, che potrebbero risultare molto impegnativi per tante famiglie, sono già stabiliti: entro il primo gennaio 2030 bisognerebbe raggiungere almeno la classe energetica E ed, entro il primo gennaio 2033, almeno la classe di prestazione energetica D. Si tratta di una normativa che comporterebbe un supporto economico di non poco conto per lo Stato italiano.

Troppi edifici in Italia sono obsoleti e disperdono troppa energia e calore. Gli immobili di interesse storico usufruirebbero di determinate eccezioni con l’introduzione di questa nuova normativa, ma l’applicazione non sarebbe comunque così agevole. 7 anni per mettere tutti in regola, con la burocrazia strozzante italiana, non è detto che siano sufficienti e poi sono necessarie molte risorse e tanta determinazione. Ma l’Europa è pronta a mettere in campo le risorse per garantire l’efficientamento energetico di tutti gli edifici italiani, per le pompe di calore e per incoraggiare i Paesi Ue a promuovere “ristrutturazioni di comunità” a livello di quartiere. Ma il governo Meloni è determinato a frenare l’approvazione della normativa europea perché ritenuta una “patrimoniale camuffata“.

Con le nuove norme europee sarebbero irregolari oltre 9 milioni di edifici su 12,2 milioni. Un numero enorme che imporrebbe investimenti che in questo periodo una buona parte delle famiglie italiane non possono fare, anche se si realizzerebbe una straordinaria svolta green. L’iter europeo della nuova normativa va avanti: il primo voto sulla direttiva è atteso in commissione industria dell’Europarlamento il 9 febbraio. Gli emendamenti sono migliaia: la proposta è partita nel 2021, con l’intento di rendere le case europee moderne, green e a zero emissioni di CO2. “La nostra priorità è rendere l’Europa più verde – ha spiegato il premier svedese Ulf Kristersson nel corso della conferenza stampa con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen – Ci sono diversi dossier legislativi che sono ora in fase di negoziati e il nostro obiettivo è arrivare a un accordo durante la presidenza. Tra questi, la direttiva sull’energia rinnovabile e la direttiva sull’efficientamento energetico”.