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L’OMS dichiara guerra all’alcol e rischia di equipararlo alle sigarette. Ma il consumo equilibrato di vino non può essere demonizzato, soprattutto il bio

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Da un po’ di tempo il mondo del vino è in fibrillazione per gli attacchi di alcune organizzazioni internazionali che vorrebbero equipararlo al fumo. Dopo lo sventato assalto della Commissione europea, arriva la direttiva dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che propone etichette simili a quelle del tabacco, senza distinguere tra consumo equilibrato ed eccessi. La proposta è di tassarlo di più e di evitare la pubblicità proprio come si fa col tabacco. Bollare qualsiasi tipo di consumo di alcol come cancerogeno può diventare una pubblicità negativa capace di affondare un settore in continua crescita, ma anche rivolto al miglioramento delle pratiche agricole, capace di valorizzare i paesaggi rurali, di impreziosirsi con le coltivazioni biologiche e con la produzione sostenibile.

QUANDO IL VINO FA BENE

Il vino rosso, secondo alcuni studi, ha degli effetti positivi sulla salute quando assunto nelle quantità consigliate (a seconda dei soggetti), che corrispondono per gli individui in normali condizioni di salute a un bicchiere (circa 150 ml) al giorno per le donne e un massimo di due bicchieri al giorno per gli uomini, con differenze ulteriori rispetto ad età e situazione clinica personale. Consumare un bicchiere di vino rosso al giorno porterebbe benefici sia per il cuore che per il cervello. L’effetto benefico del vino rosso deriverebbe dalle azioni positive svolte dall’alcol (incremento dei livelli di colesterolo buono, riduzione della formazione di coaguli e produzione di variazioni nella pressione sanguigna) e dalla presenza di resveratrolo. Ma per la Fondazione Veronesi non esistono effetti benefici: l’alcol sarebbe nocivo sempre per l’organismo umano. 

LE PRODUZIONI BIOLOGICHE

Cresce, in Italia e nel mondo, la produzione di vino bio, che vuol dire rifiutare l’uso di qualsiasi prodotto di sintesi. I grandi brand del vino oggi puntano sullo sviluppo del benessere aziendale, il rispetto per l’ambiente, la vite e le persone che lavorano, su eventi culturali per la diffusione del vino in rapporto con il territorio. Ecco perché un atteggiamento “estremista-salutista” da parte delle istituzioni rischierebbe di danneggiare e demonizzare ingiustamente gli enormi passi avanti del mondo agricolo che investe sul vino. Le superfici di vigneti coltivati con metodi naturali sono più che raddoppiate tra il 2020 e il 2021. Tanti divi del cinema internazionale investono nel “nettare degli dei”. I consumatori chiedono produzioni pulite e sostenibili. È giusto arginare il consumo irresponsabile dell’alcol, soprattutto tra i giovani, perché l’abuso può essere veramente cancerogeno, ma è ingiusto fare di tutta l’erba un fascio, rischiando di affondare produzioni che in questi anni hanno valorizzato il paesaggio rurale e l’agricoltura italiana. I produttori invitano il nostro governo a tenere la guardia alta.