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Lotta all’inquinamento generato dagli allevamenti intensivi: nei Paesi Bassi proteste per il taglio al bestiame richiesto

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L’aumento della popolazione ha generato un aumento insostenibile del consumo di carne negli ultimi decenni: gli allevamenti intensivi sono cresciuti a dismisura generando un pesante inquinamento. Secondo l’ISPRA gli allevamenti intensivi sono la causa del 75% dell’ammoniaca immessa nell’aria e questi dati riguardano solamente allevamenti italiani: si può dire con sicurezza quindi che questo tipo di allevamenti sono la seconda causa delle polveri sottili nel nostro Paese. Gli allevamenti intensivi puntano alla quantità più che alla qualità e hanno un impatto devastante sull’ambiente. Da qualche tempo è cominciata la lotta alle emissioni di azoto e ammoniaca con la diminuzione degli allevamenti intensivi: i Paesi Bassi accelerano con un programma che ha scatenato le proteste anche violente degli allevatori. Nei Paesi Bassi il governo impone di abbattere un terzo delle mucche di alcuni allevamenti intensivi: questo sta spingendo gli addetti ai lavori ad azioni gravi di boicottaggio, come incedi e letame sulle strade da mesi.

Il «Memorandum per le aree rurali» del governo mette a rischio il profitto di molti agricoltori. I Paesi Bassi vogliono ridurre la produzione di azoto e ammoniaca, oltre a altri parametri, dal -12% al -70% (a seconda delle zone dove sorgono). Nelle zone più inquinate si chiede una riduzione più ampia. Questo significa che bisognerà abbattere decine di migliaia di capi in almeno 17.600 aziende agricole. Secondo i dati che trapelano dai sindacati, 11.200 aziende dei Paesi Bassi sono destinate alla chiusura se non si riconvertiranno o non si sposteranno. Flatulenze e liquami prodotti dai milioni di animali sono un grave problema ambientale. Le piccole quantità di liquame che si produrrebbero in un allevamento tradizionale verrebbero poi utilizzate come fertilizzanti per il terreno, ma quantitativi così grandi determinato un grande inquinamento di sostanze ricche di azoto e fosforo che se conservate male rilasciano nell’aria ammoniaca che a sua volta unendosi ad altri componenti inquinanti produce polveri sottili. L’allevamento intensivo mette a rischio la falda acquifera. Per gli ambientalisti è venuta l’ora di superare un modello di allevamento così rischioso. La lotta ai cambiamenti climatici passa anche dal superamento di modelli redditizi per pochi, ma non più sostenibili per la collettività.