Home BioGreenItaly Nel 2022 più eventi climatici estremi degli ultimi 10 anni: a settembre...

Nel 2022 più eventi climatici estremi degli ultimi 10 anni: a settembre ancora più gravi. Legambiente: “Serve un piano: stop all’improvvisazione!”

697

 

Tromba d’aria visibile da Milazzo (Sicilia)

Negli ultimi dieci anni non si è mai visto un numero così alto di eventi climatici estremi: uragani, nubifragi che in questi giorni devastano il nord, bombe d’acqua improvvise, trombe d’aria, forti siccità, prosciugamento di fiumi importanti, ondate di calore, grandinate non sono più fenomeni rari e colpiscono soprattutto le aree urbane causando danni ai territori, alle città ed alla salute dei cittadini. Nella foto notizia di oggi potete notare una tromba d’aria visibile dalle coste della Sicilia. A settembre sono previsti fenomeni climatici ancora più violenti, secondo il Centro Europeo per le previsioni a lungo termine (notizia diffusa dal sito del colonnello Mario Giuliacci, meteogiuliacci.it): le prospettive per il primo mese autunnale sono abbastanza particolari, tanto che potremmo andare verosimilmente incontro ad una stagione ricca di episodi estremi”. In autunno ci sarebbe il pericolo di fenomeni alluvionali.

Non si tratta di eventi mai accaduti in passato, il problema è che adesso si stanno verificando troppo spesso. Legambiente ha aggiornato la mappa del rischio climatico: da gennaio a luglio 2022 registrati in Italia 132 eventi climatici estremi, numero più alto della media annua dell’ultimo decennio. Gli ambientalisti lanciano l’appello affinché il prossimo governo non perda più tempo: “L’Italia continua ad essere l’unico dai grandi paesi europei ad essere sprovvisto di un piano nazionale di adattamento al clima in bozza dal 2018. Non si possono continuare a rincorrere le emergenze senza una strategia, al prossimo governo chiediamo politiche innovative e interventi puntali”. “Preoccupante anche il dato complessivo degli ultimi anni: dal 2010 a luglio 2022 nella Penisola si sono verificati 1318 eventi estremi – spiega un comunicato di Legambiente in cui vengono diffusi i nuovi dati aggiornati della mappa del rischio climatico, nell’ambito dell’Osservatorio Cittàclima – Gli impatti più rilevanti in 710 comuni italiani. Nello specifico in questi anni si sono registrati 516 allagamenti da piogge intense, 367 danni da trombe d’aria, 157 danni alle infrastrutture da piogge, 123 esondazioni fluviali (con danni), 63 danni da grandinate, 55 danni da siccità prolungata, 55 frane da piogge intense, 22 danni al patrimonio storico, 17 temperature estreme in città/ondate di calore”.

L’Italia è l’unico paese europeo sprovvisto di un piano nazionale per affrontare gli eventi climatici estremi senza improvvisazione. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, lancia un appello a tutti i candidati in campo per la corsa al Parlamento: “Gli eventi climatici estremi nel 2022 sono da codice rosso. Chi si candida a governare il paese per i prossimi 5 anni dovrebbe esplicitare quali soluzioni vuole mettere in campo per fronteggiare la crisi climatica, una delle principali emergenze planetarie che rischia di mettere in ginocchio l’intero Pianeta. L’Italia anche quest’estate sta pagando lo scotto della crisi climatica con vari nubifragi, la siccità di questi mesi in Pianura Padana, lo scioglimento dei ghiacciai come sta raccontando la nostra campagna, in corso, Carovana dei ghiacciai con dati e monitoraggi scientifici insieme al Comitato Glaciologico Italiano. Tutti eventi estremi che dimostrano come non ci sia più tempo da perdere. Se non si interviene al più presto, rischiamo nei prossimi anni sia un disastroso impatto sociale ed economico, oltre che ambientale, sia di sprecare anche le risorse del PNRR. Servono cambiamenti strutturali, politiche innovative, investimenti in tecnologie pulite e un piano nazionale di adattamento al clima non più rimandabili. Senza dimenticare che va aggiornato anche il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ai nuovi obiettivi europei di riduzione di gas climalteranti del RepowerEU, va applicato un taglio radicale dei tempi di autorizzazione dei nuovi impianti a fonti rinnovabili e va prevista una procedura semplificata per il rinnovo e il potenziamento di quelli esistenti”. La crisi climatica non può che essere in cima all’agenda di ogni politico.