Tutelare il mare significa rispettare la biodiversità e l’ecosistema marino: ci sono metodi di pesca invasivi e sfruttamento delle risorse oltre la soglia di tolleranza con cui fare i conti. La Sardegna si è già mossa imponendo uno stop di 3 anni alla pesca dei ricci di mare perché il sovrasfruttamento degli ultimi anni avrebbe portato all’estinzione commerciale della specie. Ogni anno nel mondo si consumano circa 75mila tonnellate di ricci di mare. Quando una specie si estingue si può creare un grave squilibrio in tutto l’ecosistema. È nota la vicenda dello sterminio dei passeri in Cina: nel 1958 Mao mobilitò i contadini cinesi per sterminare tutti i passeri del paese, accusati di mangiare il raccolto e impedire ai lavoratori di svincolarsi dal lavoro nei campi in favore dell’impiego nell’industria. Distruggendo quella specie, da ignoranti, i vertici cinesi eliminarono la difesa contro insetti e cavallette, che si moltiplicarono devastando i raccolti, affamando la nazione e producendo 20 milioni di morti. La carestia generò anche episodi di cannibalismo. Questo è un esempio emblematico di come chi sfregia una catena alimentare dovrà pagare, prima o poi, dazio alla natura. Anche quella che può sembrare la più insignificante delle creature ha una funzione.
Lo sfruttamento consumistico delle ricchezze marine può causare seri danni. Nel nostro Paese si consumano oltre 2mila tonnellate l’anno di ricci: i principali produttori sono Puglia, Sicilia e Sardegna. La regione sarda ha deciso per il fermo per tre anni (partito il 23 gennaio), che era necessario per consentire il recupero degli stock e la ricostituzione della risorsa nel nostro mare, messa a rischio dal massiccio prelievo effettuato negli ultimi anni. I pescatori subacquei professionali saranno sostenuti con delle risorse pubbliche. Stesso problema nel Salento, dove in molti hanno proposto un blocco per tre anni. La proposta di fermo biologico continuato ufficiale parte dal consigliere di minoranza Paolo Pagliaro, ma è stata apprezzata anche dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Anche i pugliesi, dunque, potrebbero dire basta per 3 anni.
ALLARME RICCIOLE
Si è riunita ieri mattina, su richiesta dell’assessore regionale all’Ambiente Maraschio, la Commissione consultiva regionale della pesca, presieduta dall’assessore all’Agricoltura Pentassuglia. La pesca della ricciola praticata con metodo della pesca a circuizione a chiusura meccanica rischia di impoverire col tempo gli stock ittici, di depauperare la ricchezza di biodiversità dei mari pugliesi e comprometterne l’intero ecosistema marino.
È quanto ampiamente condiviso in Commissione Consultiva Locale per la pesca e l’acquacoltura, presieduta dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, convocata questa mattina, 27 ottobre, su espressa richiesta dell’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Anna Grazia Maraschio. Alla Commissione, come da Regolamento, hanno preso parte tra gli altri, le Capitanerie di Porto regionali e le associazioni di categoria. La convocazione della Commissione si è resa necessaria per individuare misure urgenti per la salvaguardia della popolazione ittica locale di ricciola, rispondendo alle preoccupazioni sollevate dalle Marinerie, tra cui quella di Santa Maria di Leuca e del basso Adriatico. A tal proposito sulla scorta della relazione tecnica scientifica sulla pesca con cianciolo della ricciola redatta dal prof. Antonio Terlizzi, della Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’ (SZN), richiesta dall’Assessorato regionale all’Ambiente, si è proposto in Commissione di intervenire per individuare le misure necessarie per garantire una pesca sostenibile a tutela delle risorse ittiche.
“Piena condivisione di intenti, azioni e obiettivi da parte di tutti componenti la Commissione – ha dichiarato a margine l’assessore Pentassuglia – su un tema importante che riguarda nello specifico una specie ittica, ma più in generale l’equilibrio ecosistemico dei nostri mari. Con l’Assessorato all’Ambiente e l’assessore Maraschio stiamo facendo un prezioso lavoro che possa tenere insieme le giuste istanze dei nostri pescatori e la tutela della biodiversità marina, in un equilibrio che garantisca sostenibilità ambientale, economica e sociale nel medio lungo periodo. Il 9 novembre – ha concluso Pentassuglia – la Commissione si riunirà nuovamente in attesa di ulteriori approfondimenti tecnici in merito alle proposte avanzate. Sono certo troveremo soluzioni utili ed efficaci, che sono attuabili solo con la collaborazione di tutti, istituzioni, marinerie, pescatori e associazioni.”
“Sono pienamente soddisfatta per gli esiti della Commissione locale Pesca e Acquacoltura che si è tenuta oggi – ha dichiarato l’assessore Maraschio – e ringrazio l’Assessorato all’Agricoltura e le associazioni dei pescatori per aver condiviso la problematica da me esposta e per essersi impegnata, insieme al mio Assessorato, a definire una strategia comune. Il 9 novembre, a seguito di un’analisi di dettaglio verranno discusse le soluzioni tecniche per garantire alle nostre comunità di pescatori la sostenibilità dell’attività di pesca ma anche la conservazione delle risorse e degli habitat dei nostri mari”.