USA – La deforestazione per scopi economico-produttivi, soprattutto nelle aree tropicali, mette a rischio i polmoni verdi del pianeta, l’aria che respiriamo. Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) l’industria cartaria fa un utilizzo relativamente ridotto del legname: di tutto il legno ricavato dalle foreste del mondo, il 53% viene destinato alla produzione energetica, il 28% finisce nelle segherie e soltanto l’11% trova applicazione diretta nell’industria della carta”. In Europa, dove quasi tutte le foreste primarie sono protette, la carta viene ricavata da foreste di produzione semi-naturali, dove il ciclo di piantumazione, crescita e taglio è rigorosamente monitorato e protetto. Anche in Paesi dove si sfruttano ancora le foreste naturali, come Russia e Canada, il taglio riguarda soltanto una minima quota della crescita boschiva annua. Il grosso problema è costituito dai paesi tropicali, ma anche dall’Amazzonia, dove non ci sono regole rigide a tutela delle foreste.
La scienza salverà il mondo conciliando necessità economiche e domestiche delle civiltà con la sostenibilità ambientale? A quanto pare sì. C’è un modo per risparmiare molti più alberi. Un legno particolare scoperto dai ricercatori del MIT, il Massachusetts Institute of Technology: un materiale vegetale molto particolare, sviluppato in laboratorio grazie a una sperimentazione accurata e che è in tutto e per tutto identico alla materia che ricaviamo dagli alberi veri. Come sempre, il settore aerospaziale e militare è all’avanguardia nelle applicazioni dei materiali: esiste già un satellite che ha alcune parti composte da questo legno non ricavato dagli alberi. Lo studio del MIT, pubblicato sulla rivista specializzata “Materials Today”, ha preso spunto da alcune cellule delle foglie di una pianta nota come Zinnia Elegans. Queste cellule sono state coltivate in un terreno per 48 ore per poi passare in un altro terriccio composto essenzialmente da gel e ormoni. Il procedimento non è molto diversi da quello delle cellule staminali. I livelli degli stessi ormoni sono stati modificati: questo cambiamento ha consentito di conferire nuove proprietà fisiche e meccaniche alle cellule. Le cellule sono state interrate per tre mesi ottenendo un materiale vegetale, disidratato in maniera opportuna per ricavare il risultato definitivo. I ricercatori del MIT hanno prodotto, dunque, del legno senza un albero naturale: con una semplice stampante 3D hanno dato vita a un vero e proprio alberello, nato in laboratorio. Qualcuno lo chiama “legno non legno“. Potrebbe diventare un gioco da ragazzi costruire un tavolo o il parquet di casa senza abbattere alberi. Il primo importante passo verso un mondo migliore è stato fatto.