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Proteggere e far crescere la “Foresta blu” del Mediterraneo: la posidonia produce ossigeno e frena l’erosione costiera

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LIGURIA/PUGLIA – Anche il mare ha le sue piante, che fanno lo stesso lavoro di quelle in superficie: sono vita, ci fanno respirare pulito. Oggi parliamo della “Foresta Blu”, la Coop, in collaborazione con le università di Genova e di Bari, ha avviato una campagna totalmente dedicata alla posidonia oceanica: una pianta marina che, a dispetto del nome, vive solo all’interno del Mar Mediterraneo. In tanti ignorano il fatto che le praterie di posidonie assorbono CO2, producono ossigeno e frenano l’erosione costiera. La loro funzione di intrappolare anidride carbonica è fondamentale per tutta la vita marina. Ripristinare i posidoneti produce benefici per tutto l’ecosistema, perché hanno un effetto barriera importante.

Nell’area marina protetta di Bergeggi in Liguria (particolarmente flagellata dall’erosione) si sta procedendo alla riforestazione (200 metri quadrati) con pezzi di piante recuperati in acqua e ripiantati con una biostuoia, che rappresenta un punto di appoggio. Questa prima tappa è stata avviata con la collaborazione dell’Università di Genova e dell’ISSD (International School for Scientific Diving), associazione no profit che è anche la prima scuola italiana di formazione di ricercatori scientifici subacquei. Si tratta di un’équipe di esperti dotati di pinne e bombole, che nei prossimi mesi si trasformeranno in giardinieri del mare. 

Si posizionano sul fondale biostuoie in fibra di cocco, stese sotto una rete metallica che le tiene ben salde e fissate al fondale – ha spiegato in mattinata il professore Mancuso, in un’intervista su Radio24 – Sulla fibra si inseriscono quindi le talee di posidonia che, radicando, ancorano le piante al substrato. La
riproduzione è possibile attraverso il recupero di radici di posidonia”. Martedì 9 luglio, nella marina di Brindisi, i protagonisti del progetto saranno a disposizione di tutti per spiegare il loro importante progetto in collaborazione con i ricercatori universitari. L’obiettivo è di passare all’azione anche in Puglia, come si sta facendo in Liguria: i ricercatori dell’Università di Bari hanno individuato già alcune aree a Brindisi. È necessario sensibilizzare la popolazione sull’importanza della protezione e crescita di nuove “foreste blu”. A settembre sarà coinvolta anche la Toscana con l’Isola D’Elba. Questi progetti sono fondamentali anche per far capire che sott’acqua esiste un prezioso tesoro naturale che merita molta attenzione.