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Sganciare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas: la produzione dell’energia rinnovabile costa molto meno della fossile

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Il governo si è mosso, purtroppo con molto ritardo per bloccare il tracollo economico derivante dal “caro-bollette”. Mentre chiudono aziende, palestre e persino piscine comunali per i conti dell’energia da decine di migliaia di euro, arriva l’inevitabile via libera del Consiglio dei ministri (all’unanimità) al provvedimento che mette in campo 14 miliardi con il decreto aiuti ter. Di questi 6,2 miliardi arrivano da maggiori entrate che si possono utilizzare subito dopo l’autorizzazione del Parlamento. L’esecutivo ha pensato di sostenere anche i lavoratori dipendenti  con un miliardo di indennità una tantum (per le categorie con retribuzione imponibile nella competenza del mese di novembre che non percepiscono oltre i 1.538 euro). Tra i provvedimenti salutati con favore dalla Confesercenti c’è anche quello dei prestiti garantiti alle imprese per il pagamento delle bollette, una misura di buon senso che alleggerisce un poco la pressione, oggi insostenibile, sulle attività economiche. È un buon intervento per il mondo delle imprese e del commercio anche il rifinanziamento del fondo per l’una tantum agli autonomi, con l’estensione del credito di imposta alle imprese non energivore. Mancano le misure per la liquidità delle imprese, che sono con l’acqua alla gola.

Le misure adottate fino ad oggi, però, sono dei palliativi: “È necessario agire sulle tariffe imponendo un tetto che le riporti ai livelli medi del 2021 e sganciando il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas – ha dichiarato oggi il presidente di Confesercenti provinciale di Brindisi, Michele Piccirillo – In caso contrario, le imprese si troveranno comunque a breve nell’impossibilità di mantenere attività e occupazione”. Come sempre, aspettiamo di essere sull’orlo del baratro per intervenire: il prezzo del gas naturale influisce su quello dell’elettricità perché il gas è abbondantemente usato come fonte di energia, ma in realtà determina anche il prezzo dell’elettricità pulita e non (quindi anche quella che viene da tutto il comparto delle rinnovabili). Il mercato energetico europeo, purtroppo, non può essere lasciato a briglie sciolte, perché non persegue l’interesse pubblico e spesso viene manipolato degli speculatori. L’elettricità derivata dal vento, dal sole, ma anche dal moto ondoso non costa nulla e viene prodotta con costi marginali minori (quindi sul mercato viene venduta prioritariamente l’ “energia pulita”). Invece l’energia prodotta dal gas costa molto di più già nella produzione. Basare il prezzo dell’energia sui costi del gas è un grave errore. Lascia basiti il fatto che il governo non sia ancora intervenuto in merito. Il prezzo dell’energia rinnovabile, paradossalmente, si basa sulle centrali a gas. Oggi sappiamo cosa vuol dire mercato europeo dell’energia (comune e liberalizzato fra il 1998 e il 2000): ci siamo scavati la fossa, anche se era pensato pensato per garantire maggiore trasparenza sul costo dell’energia, dato che i produttori devono proporla sul mercato con un’offerta il più possibile vicina al costo di produzione per aumentare la probabilità di venderla, e per evitare speculazioni che avrebbero alzato il prezzo per i clienti finali.

Come abbiamo visto, il meccanismo del mercato ultràcapitalistico, alla prima crisi internazionale, si trasforma in un’onda anomala che travolge tutte le economie nazionali, costringendo i paesi membri a indebitarsi all’infinito per non far collassare il sistema. Su questo genere di mercato le rinnovabili diventano un grande affare perché il posto di produzione viene ammortizzato subito, ma ancora una volta sono i grandi gruppi a mangiare la parte più grande della torta, perché vendono l’energia “pulita” allo stesso prezzo di quella “sporca”, pur avendo pochi costi. Un enorme vantaggio per le multinazionali dell’energia. Dunque, cosa aspetta il governo a sganciare il prezzo dell’energia prodotta dalle rinnovabili da quello del gas?

Perché continuiamo a fare gli interessi dei più forti e non “distacchiamo” il prezzo del gas da quello dell’energia in generale, per vendere quella prodotta da fonti rinnovabili a prezzi più equi? Sono necessari mercatai dell’energia separati sulla base della fonte utilizzata.  È chiaro che un’operazione di questo tipo non può funzionare se lo Stato e l’Europa lasciano a briglie sciolte i mercati: tutto deve essere regolato nell’interesse pubblico. Se è necessario, si può intervenire fissando un tetto al prezzo. Tutto dipende da quanto siano liberi da conflitti di interesse i nostri governanti.