Si spreca un terzo del cibo prodotto nel mondo. La campagna di Anci e Mite per diffondere la food-bag nella ristorazione

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Il consumismo che domina la nostra società implica il paradosso che mentre una consistente parte della popolazione mondiale non ha da mangiare a sufficienza, una fetta importante del cibo prodotto viene gettata via. Circa un terzo della produzione mondiale di alimenti destinati al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare ogni anno (dati FAO 2011); circa il 24% se misurata in calorie. Se dovessimo tradurre queste percentuali in cifre concrete,  parleremmo di uno spreco pari a 1,6 miliardi di tonnellate di alimenti (inclusa la parte non edibile dell’alimento); 1,3 miliardi di tonnellate se si considera solo la frazione edibile. Il fenomeno dello spreco e delle perdite alimentari assume proporzioni differenti nelle diverse regioni del mondo. Complessivamente, circa il 56% delle FLW avvengono nei paesi sviluppati; il restante 44% nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Sempre secondo la FAO (FAO 2013) la distribuzione delle FLW lungo i diversi anelli della filiera alimentare globale è la seguente:

510 milioni di tonnellate si sprecano durante la produzione agricola

32%

355 milioni di tonnellate si sprecano nelle fasi immediatamente successive alla raccolta (post-harvesting and storage)

22%

180 milioni di tonnellate si sprecano durante la trasformazione industriale

11%

200 milioni di tonnellate durante la distribuzione

13%

345 milioni di tonnellate si sprecano al livello del consumatore (a livello domestico e nella ristorazione)

22%

LA CAMPAGNA NAZIONALE BIS!

Le istituzioni internazionali e locali ora cercano di rimediare a questo “errore di sistema”. È nata una vera e propria alleanza tra istituzioni pubbliche e Associazioni, per promuovere una maggiore consapevolezza del valore del cibo e contribuire alla riduzione degli sprechi alimentari, grazie alla diffusione della food-bag nella ristorazione. Questo il senso della Campagna Nazionale BIS! contro lo spreco alimentare, realizzata da Anci e finanziata dal Mite che è stata presentata durante una conferenza stampa presso la sede nazionale dell’Associazione. Anche i privati si danno da fare: oggi al MiCo di Milano tra i relatori di un convegno contro lo spreco alimentare ci sarà Marco Bizzarri, presidente di Gucci, brand impegnato anche su questo fronte con il suo settore food. 

Rinunciare a portare a casa il cibo che non finiamo di consumare al ristorante è come uscire lasciando le luci accese – dichiara il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, delegato Anci per Energia e Rifiuti – occorre maturare questa consapevolezza per avere la corretta percezione dell’impatto che lo spreco alimentare genera sull’ambiente e sull’economia. E siccome la lotta agli sprechi è fondamento dell’economia circolare, Anci, Mite, Cial e Federazione Italiana Cuochi lanciano questa campagna che punta a caratterizzare come virtuoso un comportamento oggi ancora troppo poco adottato. Per produrre ciò che viene sprecato impieghiamo risorse, energie e denaro sottratti ad altri scopi: dovere civico di tutti noi è non gettare, insieme al cibo, tutti questi sforzi e queste risorse nella pattumiera. L’uso della food bag deve diventare una consuetudine e sono felice che già numerose attività di ristorazione abbiano aderito, dimostrando che la sensibilità e la buona volontà per compiere passi in avanti sono già mature”.

“Per contrastare lo spreco e promuovere la riduzione dei rifiuti il Mite ha sottoscritto questo importante accordo con l’ANCI”, afferma il Sottosegretario Vannia Gava. “Ancora una volta i Comuni sono in prima linea per una importante battaglia come quella contro lo spreco alimentare, per avere un’Italia più sostenibile. Nessuno più degli enti locali conosce bene i suoi cittadini, sa come coinvolgerli in un progetto: ecco perché il Mite non ha esitato a sostenere questa importante iniziativa per creare una rete capace davvero di fare la differenza”.

“CIAL – evidenzia il direttore Giuseppina Carnimeo – ha aderito con entusiasmo alla campagna Bis! mettendo a frutto le esperienze maturate in questi anni nello sviluppo di campagne di sensibilizzazione contro lo spreco alimentare, organizzate in collaborazione con diversi Comuni italiani, proprio attraverso la disponibilità di vaschette in alluminio, idonee e sicure per il trasporto e la conservazione del cibo, funzionali alla pratica del food bag e del take away e, principalmente,  riciclabili all’infinito, in linea con i principi dell’economia circolare.”

“Per noi cuochi italiani la riduzione dello spreco alimentare è un obiettivo fondamentale, da perseguire quotidianamente nelle nostre cucine”, sottolinea Rocco Pozzulo, Presidente di federazione Italiana Cuochi. “Ringraziamo ANCI per aver coinvolto la Federazione Italiana Cuochi nel progetto BIS!, attraverso il quale abbiamo la possibilità di sensibilizzare anche i nostri ospiti su una tematica di sostenibilità di attualità e di vitale importanza per il nostro pianeta”.

“La nostra generazione è la prima che deve misurarsi in modo serio con il tema della distruzione delle risorse naturali: per questo è molto importante che si torni alla riscoperta di valori e pratiche antispreco già usate in modo automatico dai nostri nonni”, ricorda Neri Marcorè. “Bisogna seminare dal basso partendo dalle scuole e dai Comuni per lasciare questa consapevolezza rafforzata in eredità virtuosa alle nuove generazioni”.

 COSA E QUANTO SI SPRECA NEL MONDO

Nel mondo, secondo WRI (World Resource Institute 2013) su dati FAO 2011, si spreca il 30% dei cereali, il 20% dei prodotti lattiero-caseari, il 30% del pesce e dei prodotti a base di pesce, il 45% della frutta e della verdura, il 20% della carne e dei prodotti a base di carne, 20% dei semi oleaginosi e delle leguminose, 45% delle radici e dei tuberi. Questo implica spreco di acqua per produrre il cibo che viene sprecato ogni anno nel mondo (circa 250.000 miliardi di litri) e suolo (l’estensione di suolo agricolo necessario per produrre il cibo sprecato ogni anno nel mondo è pari a circa 1,4 miliardi di ettari, circa il 30% della superficie agricola disponibile a livello globale).

Il cibo sprecato ogni anno nel mondo è responsabile dell’immissione in atmosfera di circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (CO2eq). Se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe il terzo emettitore mondiale dopo USA e China.

Secondo la FAO, il valore economico del cibo sprecato a livello globale si aggira intorno ai 1.000 miliardi di dollari/anno. Tutto questo provoca un aumento dei rifiuti considerevole.

LO SPRECO IN EUROPA

La Commissione Europea ha calcolato una prima stima di sprechi alimentari attraverso il progetto europeo Fusions. I dati risalgono al 2016. Nuovi dati, aggiornati al 2021 e basati sulla metodologia comune, verranno rilasciati nel corso dell’anno 2022.

Secondo i dati del 2016, il 53% dello spreco alimentare avviene a livello domestico e il 12% nella fase di ristorazione. Nell’UE- 27, ogni anno vengono generati circa 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, con costi associati stimati in 143 miliardi di euro. Mentre si stima che il 20% del cibo totale prodotto vada perso o sprecato, 33 milioni di persone in Europa non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni (Eurostat, 2018).

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ITALIA

I dati per l’Italia, riferiti all’anno 2017, riportati all’interno del Food Waste Index Report 2021 dell’UNEP, si basano su dati elaborati nell’ambito del progetto “REDUCE – ricerca, educazione, comunicazione: un approccio integrato per la prevenzione degli sprechi alimentari”, coordinato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna e realizzato con risorse del Ministero dell’Ambiente (oggi MITE). I dati inviati dalle ricercatrici italiane, sono stati rielaborati dal team di ricerca dell’UNEP secondo una metodologia descritta all’interno del Report. Ad esempio, il dato dello spreco domestico italiano è stato corretto a rialzo poiché il metodo del diario (utilizzato per la stima dello spreco alimentare a livello domestico) soffre di sottostima rispetto allo spreco reale. I dati disponibili a livello nazionale presenti nel Report UNEP riguardano:

Rifiuti alimentari generati a livello domestico: 67 kg pro-capite/anno (fonte: Giordano et al., 2019), corrispondente a circa 4 milioni di tonnellate/anno in totale.

Rifiuti alimentari nella distribuzione (iper e supermercati): 4 kg pro-capite/anno (Fonte: Cicatiello et al., 2019) corrispondente a circa 240.000 tonnellate/anno in totale. Nuovi dati, basati su una nuova raccolta risalente all’anno 2021 e basati sulla metodologia comune UE, verranno pubblicati nel corso del 2022. Secondo l’Osservatorio Waste Watcher International il solo spreco domestico in Italia ha un valore economico stimato attorno ai 7,4 miliardi di euro, valore che raggiunge i 10 miliardi di euro/anno considerando l’intera filiera: dal campo fino alla tavola.