Il 94% dei Comuni italiani deve fare i conti col dissesto idrogeologico. Per decenni sono state costruite case in zone pericolosissime. La bomba d’acqua che ha devastato alcune comunità delle Marche viene vista da molti esponenti come un inevitabile effetto del cambiamento climatico. A Cantiano sono piovuti 417millimetri, cioè 417 litri di acqua per metro quadrato, come e dichiara oggi al Corriere della Sera il climatologo Massimiliano Fazzini. Questa enorme quantità di acqua ha interessato un raggio di soli 20 chilometri quadrati. In poche ore è piovuta l’acqua che viene giù in circa 4 mesi. Davanti a un fenomeno di queste proporzioni il dramma è inevitabile, specie se i fiumi non vengono puliti, la siccità ha indurito il terreno (che quindi assorbe di meno l’acqua) e la cementificazione selvaggia ha raggiunto zone rischiose.
I climatologi definiscono il fenomeno che è avvenuto nelle Marche “autorigenerante stazionario”: il surriscaldamento del Mare Mediterraneo ha provocato anche questa reazione. Visto l’aumento climatico di 4-5° delle temperature mediterranee, la maggior parte dei meteorologi imputano ai cambiamenti climatici anche tragedie come quelle avvenute nelle Marche. I temporali “autorigeneranti sono rari sull’Adriatico, ma i cambiamenti climatici degli ultimi 30 anni spingono tutti ad alzare la guardia. Tutto dev’essere riconsiderato dagli studiosi, perché tutto sta cambiando. Con 400 millimetri caduti in poco tempo e un terreno reso troppo asciutto dalla siccità non era possibile assorbire tutta quella pioggia come avviene in condizioni normali. La quantità di pioggia è più o meno la stessa nell’anno, ma i fenomeni estremi ne determinano una distribuzione diversa (con più “bombe d’acqua” annesse). La siccità di quest’estate, secondo gli esperti, è il prologo a una stagione ad alto rischio di frane e alluvioni. Se guardiamo ai nostri fiumi e torrenti, ci rendiamo conto di quanta poca acqua abbiano, in estate erano a secco, ma la pioggia che cade tutta insieme, in un breve periodo, li può far diventare letali, specie se le pulizie dei corsi d’acqua non vengono eseguite puntualmente.