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Un falò inquina quanto 24 auto in un anno. Meglio passare le notti in spiaggia in modo intelligente

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Fino a 20 anni fa accedere il fuoco in spiaggia era una tradizione inscalfibile, ma oggi sappiamo che un solo falò corrisponde a 24 tubi di scappamento per auto e non possiamo più fare finta di niente. Bisogna riflettere sul fatto che il falò è una combustione che si avvia all’aperto con legna fredda e umida e siamo nelle condizioni più lontane possibili dalla combustione ideale: il parametro è di 20 Kgpm10/ ton.

Ogni grammo di PM10 inquina quindi (cioè supera i parametri di legge  PM10 > 50micro gr/metro cubo )  20000 metri cubi di aria.
Un falò di ridotte dimensioni (1 tonnellata) immette quindi nell’aria 20 Kgpm10/ ton, pari all’emissione annua di 24 autovetture medie, che percorrono 15000 km o di 5 mesi di quattro automezzi pesanti che percorrono 35.000 km anno
.

Dunque, gli anni delle decine di falò accesi sulle spiagge come Torre dell’Orso, con un fumo che rendeva difficile anche la respirazione, dobbiamo lasciarli nel dimenticatoio, anche perché oggi sarebbero illegali. In Italia da qualche tempo vola nei cieli un drone silenzioso, ecologico,  a energia solare e made in Italy. Ha otto ore di autonomia e segnala automaticamente gli incendi anche molto piccoli (30 centimetri di diametro, come un falò di campeggiatori). Con le sue otto ore di autonomia e con i suoi sensori all’infrarosso può scansionare più di 500 ettari di terreno ogni ora. Potrebbe diventare uno strumento essenziale per contrastare gli incendi e assicurare alla giustizia i piromani.  Gli incendi ogni anno in Italia distruggono 1500 chilometri quadrati di boschi e foreste. Dunque, occhio alle stelle: non ci resta che augurare un buon San Lorenzo in spiaggia anche di notte, ma senza fuochi accesi.