Continua il “viaggio” di BioGreenItaly, sulla scia di Legambiente, per la valorizzazione della produzione agricola italiana “pulita, sostenibile e di qualità”: vogliamo mettere in luce le imprese virtuose, che non fanno finire cibo pericoloso, scadente o tossico sulle nostre tavole. I migliori vengono premiati dal pubblico per qualità: gli obiettivi sono quelli di promuovere il “no” ai pesticidi e la cultura del saper vivere sani. I nostri lettori continuano a votare aziende e personaggi che hanno messo in atto pratiche agricole virtuose e hanno saputo coniugare perfettamente qualità, sostenibilità e giusto prezzo: l’obiettivo è anche quello della valorizzazione di queste imprese sul più incisivo mezzo di comunicazione: il web, facendo lievitare i link che raccontano le storie di chi dà prestigio all’enogastronomia italiana (ecco il link per segnalare le aziende virtuose: https://www.biogreenitaly.com/form/).
Ieri, il ministro dell’Agricoltura e della sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, ha esaltato i numeri dell’agricoltura mantovana (seconda provincia agricola d’Italia, con la produzione di 1,5 milioni di forme di Grana Padano, 400mila forme di Parmigiano Reggiano e 1,1 milioni di maiali destinati ai prosciutti dop), sempre più in crescita, durante la visita presso gli stabilimenti di stagionatura del Consorzio Virgilio, che ha conquistato anche la giuria dell’International Cheese Festival 2021. Questi produttori possono puntare su 6mila ettari coltivati a melone Igp, senza contare la leadership del Florovivaismo mantovano, con le sue 270 aziende attente alla sostenibilità e al l’agricoltura virtuosa.
Ma tornando al Consorzio Virgilio, bisogna ricordare che è l’unico consorzio in Italia che riunisce sia conferitori di Grana Padano DOP sia quelli di Parmigiano Reggiano DOP, grazie alla presenza delle due zone di produzione tutelate dal disciplinare che ne attesta la Denominazione di Origine Protetta, rispettivamente sulla riva a destra e sinistra del Po. Le produzioni DOP del Consorzio Latterie Virgilio sono state giudicate tra le più importanti a seguito di rigorosi esami sull’aspetto, la sensazione al tatto, l’odore e il sapore, sulla valutazione della crosta e la pasta del formaggio, così come l’aroma, la struttura e la consistenza. È grazie a queste imprese che l’export italiano ha superato i 60 miliardi di beni agroalimentari venduti nel mondo (sorpassando anche la Germania). Il ministro Lollobrigida ha ricordato che l’attuale governo vuole puntare sul “sistema Italia” facendone una superpotenza dell’agroalimentare: inutile acquistare vitelli dalla Francia se si possono allevare in Sicilia e Sardegna.
I grandi consorzi italiani stanno facendo sventolare alta la bandiera del food italiano nel mondo. Abbiamo già parlato nello scorso servizio dei grandi vini di qualità e di lusso. Il nostro percorso continuerà prossimamente, facendo tesoro anche delle segnalazioni dei nostri lettori, per mettere in luce le migliori energie dell’agricoltura italiana.